Co-Ro, Madeo (Pd) si unisce al coro di dissenso sulla gestione della sanità regionale
«La situazione nella nostra città è ormai da allarme rosso. Viviamo in uno stato di abbandono generale con le due strutture ospedaliere, Giannattasio e Compagna. Siamo stufi degli spot del Presidente Occhiuto e dei consiglieri di maggioranza»
CORIGLIANO-ROSSANO - Francesco Madeo (Pd), sulle ultime vicende relative agli ospedali spoke di Corigliano-Rossano:
«Le ultime vicende sanitarie - afferma - non possono lasciarci indifferenti, la situazione nella nostra città è ormai da allarme rosso. Viviamo in uno stato di abbandono generale con le due strutture ospedaliere, Giannattasio e Compagna, incapaci di garantire il minimo diritto alla salute per questo territorio, nonostante gli sforzi immani del personale sanitario, sempre più ridotto al lumicino e con carichi di lavoro non più sopportabili. Siamo stufi degli spot del Presidente Occhiuto e dei consiglieri della sua maggioranza che, un giorno si e l’altro pure, provano a raccontare una storia che non esiste. I fatti accaduti nelle ultime settimane, dall’unità operativa di ostetricia e ginecologia ad un passo dalla chiusura, dalle ambulanze che arrivano, se arrivano, senza personale medico, dalla mancanza di infermieri nel pronto soccorso, dai limiti del servizio di elisoccorso, dimostrano lo stato disperato in cui versa la nostra sanità per la completa e irresponsabile gestione da parte della Regione. Eppure, mai come oggi, il presidente Occhiuto ha i pieni poteri commissariali come li ebbe a suo tempo Scoppelliti anch’egli espressione di un centro destra parolaio e inadeguato ad affrontare i problemi della sanità calabrese».
«Sui problemi della sanità - dichiara Madeo - non sono dunque accettabili né la propaganda né le strumentalizzazioni. Il PD è sempre stato distante da simili atteggiamenti, in quanto consapevole della complessità e drammaticità che da troppi anni soffre il servizio sanitario calabrese. Il nostro atteggiamento è sempre stato quello di attenersi ai fatti, ai risultati che si producono per il miglioramento e rafforzamento dei servizi da garantire ai cittadini. Ma oggi come non mai non si può sfuggire alla seguente domanda: è migliorata in questi quattro anni di governo del centro destra alla regione l'offerta sanitaria in Calabria? Purtroppo no. Si possono fare dieci comunicati al giorno, annunci roboanti, dirette social del Presidente della regione e a ruota di tutta la compagine politica ma, la realtà purtroppo è drammatica. Anche nel nostro territorio!»
«E non solo i recenti fatti di cronaca sanitaria ci dicono questo - prosegue - ma ce lo dice anche, sotto il profilo gestionale, la situazione in cui sono lasciati i due presidi ospedalieri. Privati come non mai di funzioni apicali strategiche: manca il direttore sanitario dedicato, manca il primario di ginecologia dedicato. Anche peggio, se possibile, per la medicina territoriale: entrambi i distretti, Jonio sud e Jonio nord sono da anni ormai senza un direttore dedicato e complessivamente la medicina territoriale si è desertificata. Per una prestazione, anche quella più ordinaria, ormai, bisogna rivolgersi al privato, l'unica offerta cresciuta in questi anni. Come dire le strutture e il servizio pubblico sono lasciate morire e qualcun altro ha lo spazio e la domanda da soddisfare. Certo la prima emergenza è rappresentata dalla mancanza di personale. Senza tecnologie innovative e personale qualificato, coincidente con gli standard previsti, motivato e ascoltato nelle proprie funzioni, non avremo mai un servizio sanitario efficiente. Per anni si è scelto di reclutare personale precario, mentre tutte le altre regioni assumevano a tempo indeterminato, costringendo giovani medici calabresi a trovare soddisfazione professionale fuori regione, persino strumenti emergenziali, come l'associazione degli specializzandi sono stati sottovalutati, con un danno grave a un necessario processo di ringiovanimento della sanità calabrese. Altri strumenti messi a disposizione dal governo e dal parlamento sono stati poco utilizzati, ci si è attardati da circa due anni su Azienda zero, meglio Azienda unica regionale, una ennesima rivoluzione annunciata che ancora deve partire».
«Per farla breve - conclude - chiediamo con forza di smetterla con proclami e annunci roboanti ma, portare avanti se si è capaci azioni mirate in grado di invertire la tendenza in atto e dare risposte di salute ai cittadini. Ciò è quello che dovrebbe essere garantito ai cittadini calabresi e quelli di Corigliano Rossano».