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Crollo Sila-Mare, l'ex senatrice Abate: «Un'incompiuta che dovrebbe far vergognare i responsabili di tali scempi»

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LONGOBUCCO - L’ex senatrice Rosa Silvana Abate commenta i fatti relativi al crollo del viadotto della Sila-Mare.

«Fatti raffreddare gli animi dei politici che ieri si sono recati in processione sul luogo del disastro, avvenuto il 3 maggio e che ha coinvolto una parte del viadotto della strada statale 177 Sila-Mare, vorrei precisare alcuni punti». Così si apre la nota a firma dell’ex senatrice. 

Innanzitutto – afferma - il personale ringraziamento all'ingegnere Caporaso, capo dipartimento dell’Anas Calabria, e a tutta la struttura regionale dell'Anas poiché solo grazie al loro pronto intervento e all'immediata chiusura al transito del ponte si sono evitate vittime. Mi sono occupata sin dall'inizio del mio mandato di questa incompiuta che, esattamente come la Sibari-Sila dovrebbe semplicemente far vergognare i responsabili di tali scempi.

Ebbene, come è noto la Sila-Mare era di competenza della Comunità montana Destra Crati - Sila Greca che costruì i pochi chilometri della strada compreso il ponte, denominato Ortiano 2, rovinosamente crollato, per il "modesto" costo di 80 milioni di euro. Nel 2019 la strada in questione passò all'Anas poiché l'allora ministro dei trasporti, sotto richiesta delle Regioni, trasferì alla competenza dell'Anas delle incompiute che presentavano particolari ritardi.

Tempestiva fu la mia richiesta d'inserire la Sibari-Sila e la Sila-Mare nell'elenco di queste opere ma per una questione di numeri sotto la competenza dell’Anas passò solo la Sila/Mare.

Immediata – ribadisce - fu la collaborazione con i professionisti che può vantare l'Anas in Calabria e soprattutto con l’ingegnere Caporaso, professionista serio e disponibile a tutte le delucidazioni e richieste provenienti dai vari territori. A testimonianza di quello che affermo ci sono le mie note stampa e i miei post.

L'Anas si mise immediatamente a lavoro su questa importante arteria ma si presentò una pregiudiziale: l'intervento della Regione Calabria sul tratto di strada di sua competenza individuato con il codice "MCL-02" e la denominazione " Collegamento IV Lotto II Stralcio Strada Mirto Crosia- Longobucco Comuni di Longobucco e Cropalati". E qui tutto andò a rilento.

Ho chiesto ripetutamente di essere ricevuta dal presidente Regione Occhiuto per parlare anche di questa situazione ma mai, e dico mai, sono stata ricevuta. Se i lavori di competenza della Regione non vengano terminati, egregio presidente Occhiuto, l'Anas non potrà mai cominciare il tratto di sua competenza. Quindi dipende molto dalla Regione Calabria.

A poco vale lo "sbandieramento in loco" di una interrogazione fatta da un consigliere regionale nella quale certamente non chiedeva lumi su controlli o manutenzione del tratto di strada già esistente (e quindi anche sul ponte) ma solo delucidazioni e chiarimenti procedurali, come lui stesso ha dichiarato. 

Possiamo tranquillamente dire che ancora una volta lo spettacolo a cui siamo stati sottoposti e le condizioni in cui versa la nostra Calabria, e in particolar modo fascia jonica e i paesi interni, è a dir poco umiliante.

Chi, e perché, è responsabile di quello che i nostri occhi hanno visto (un ponte che strutturalmente cede come una ricotta), lo accerterà la magistratura e mi auguro nel più breve tempo possibile. Speculare e cercare di confondere le acque in tali circostanze senza mai dire o ricercare la verità, documentata e trasparente, è molto grave e di certo non rispettoso delle persone e delle comunità che vivono grandi disagi.

Facendo, infine, un veloce riferimento all'altra incompiuta che grida vendetta, vorrei ricordare alla signora Succurro, presidente pro- tempore della provincia di Cosenza, che ancora attendo una risposta alla richiesta d'appuntamento inoltrata anche personalmente. È pur vero che al momento sono solo una ex senatrice ma di certo continuerò a portare avanti le mie battaglie anche da cittadina di questo lembo di terra bistrattato e preso in giro dai potenti di turno.

Non mi serve una poltrona ed un lauto stipendio pubblico per difendere la mia terra e i diritti dei cittadini. Amici cari e miei cari corregionali solo quando avremo ben compreso il limite tra i nostri sacrosanti diritti e i "favori" (che alimentano solo la mala gestione della cosa pubblica), saremo un popolo consapevole e nessuno ci prenderà più in giro e forse la nostra amata terra non sarà più l'ultima regione d'Europa».

Rita Rizzuti
Autore: Rita Rizzuti

Nata nel 1994, laureata in Scienze Filosofiche, ho studiato Editoria e Marketing Digitale. Amo leggere e tutto ciò che riguarda la parola e il linguaggio. Le profonde questioni umane mi affascinano e mi tormentano. Difendo sempre le mie idee.