Tribunale, appello della deputazione nazionale e regionale a Stasi. Ma scoppia il caso dei pentastellati
I firmatari dell'istanza sono il senatore Rapani (FdI), il deputato Furgiuele (Lega), i consiglieri regionali Graziano (Azione), Straface (FI) e De Francesco (FdI). I rappresentanti del M5S jonici avrebbero rifiutato di sottoscrivere il documento
CORIGLIANO-ROSSANO - L'ennesimo atto della vicenda Tribunale, che assume sempre più i contorni del mistero, è stato scritto in serata dalla deputazione nazionale e regionale di centrodestra, rappresentante del territorio della Sibaritide. I protagonisti di questo nuovo capitolo sono, ovviamente, «l'intera filera istituzionale di centro destra», il sindaco Stasi e la deputazione pentastellata jonica. Quest'ultima che, pur non avendo alcun ruolo apparente all'interno della storia che vi stiamo per raccontare, avrebbe compiuto, a sua volta, un'azione chiara, che forse a iuterà - nei prossimi giorni - a chiarire i perché delle reticenze del primo cittadino di Co-Ro a dare via libera ad un deliberato del Consiglio comunale sulla disponibilità dell'immobile di via Santo Stefano per un'augurabile riapertura di un presidio di giustizia sul territorio.
Proprio in serata, infatti, una nota stampa a firma congiunta del senatore Rapani (FdI), del deputato Furgiuele (Lega) e dei consiglieri regionali Graziano (Azione), Straface (FI) e De Francesco (FdI) annuncia la formalizzazione di una richiesta, l'ennesima, a Flavio Stasi affinché «l’amministrazione comunale di Corigliano-Rossano formalizzi con gli atti la disponibilità dell’immobile». Insomma, ribadiscono al sindaco la necessità di un deliberato del Consiglio comunale che dia valore formale e unanime a questa proposta. Ricordiamo, infatti, che una delle condizioni per aprire o riaprire un presidio di giustizia è che ci sia - ovviamente - una struttura pronta ad ospitarlo.
«L’intera filiera istituzionale, partendo dal governo e dal ministero della Giustizia, è più che mai favorevole alla revisione delle circoscrizioni giudiziarie. Siamo di fronte - si legge nella nota dei 5 rappresentanti istituzionali - ad una congiuntura storica mai verificatasi in precedenza ed un iter legislativo appena iniziato che potrebbe condurre all’istituzione del tribunale di Corigliano Rossano, barbaramente scippato al territorio ormai oltre dieci anni fa. Quelle procedure avviate in Commissione Giustizia del Senato necessitano, però, di atti formali».
«I tempi sono propizi e proprio sulla base della volontà politica espressa pubblicamente dal ministro Carlo Nordio, per una nuova riforma della geografia giudiziaria che sta prendendo sempre più corpo – proseguono parlamentari e consiglieri regionali – v’è necessità che l’amministrazione comunale di Corigliano Rossano si esprima con chiarezza ed attraverso atti formali, quindi una delibera di Consiglio comunale, con la quale corredare pubblicamente ed ufficialmente la disponibilità di un immobile. In casi come questi non bastano, purtroppo, parole ed impegni, per quanto importanti e provenienti da un sindaco, che non siano corroborati da provvedimenti. Per questi motivi – concludono Rapani, Furgiuele, Straface, Graziano e De Francesco – invitiamo e sensibilizziamo l’amministrazione comunale di Corigliano Rossano a procedere, celermente, con una deliberazione. Fornire al governo ed ministero della Giustizia una pronta e concreta disponibilità di uno stabile potrebbe agevolare, e di molto, il cammino».
Insomma, è lo stesso cliché, la stessa strada provata un anno fa quando parlamentari e consiglieri regionali del territorio scrissero congiuntamente a Stasi per chiedere un sussulto sulla questione della Statale 106. All'epoca quella iniziativa sul sindaco Stasi fece l'effetto contrario, essendo il primo cittadino evidentemente repellente ad una visione sinergica e coordinata della politica. Del resto Satsi è l'uomo delle correnti ostinate e contrarie. Non da oggi.
Ma cosa c'entra, invece, la rappresentanza istituzionale del Movimento 5 stelle in questa storia? Rapani, Furgiuele, Graziano, Straface e De Francesco non lo scrivono ma a quanto pare, questo "appello a Stasi" lo avrebbero sottoposto, prima dell'inoltro, anche alle deputate Baldino e Scutellà e al consigliere regionale Tavernise. Tutti e tre avrebbero - e il condizionale è d'obbligo - rifiutato di aderire all'invito rivolto al sindaco. Diversamente dal passato, quando sui grandi temi si è sempre trovata condivisione. Perché questo rifiuto? Perché questa reticenza? Perché questo "freno"? Le mosse in politica non sono casuali. E sicuramente anche questa scelta non solo ha una causa ma avrà sicuramente un effetto.
Ora, che Stasi e la sua area flirta, da qualche tempo con più intensità, con i grillini è cosa nota. Ma a questo punto è davvero interessante capire cosa c'è dietro questa storia.