Scutellà (M5S) sul contributo integrativo minimo avvocati: «Non estenderlo al 2023 risulta incomprensibile»
«Una decisione incomprensibile che andrà a colpire gli avvocati con i redditi più bassi, così come la giovane avvocatura che, invece, necessiterebbe di maggiore sostegno nel periodo storico che stiamo attraversando»
CALABRIA - «La scelta di non estendere per il 2023 l'esonero del contributo integrativo minimo è incomprensibile. Ho chiesto lumi ai Ministri vigilanti».
Queste le dichiarazioni della deputata calabrese del Movimento 5 Stelle Elisa Scutellà
«Trovo inspiegabile, e per questo ho depositato un'interrogazione assieme alla collega Valentina D'Orso, la decisione dei ministri Giorgetti, Nordio e Calderone di negare per l'anno 2023 l'esonero del contributo integrativo minimo -già sospeso nel periodo 2018/2022- per gli avvocati iscritti a Cassa forense.
Una decisione incomprensibile che andrà a colpire gli avvocati con i redditi più bassi, così come la giovane avvocatura che, invece, necessiterebbe di maggiore sostegno nel periodo storico che stiamo attraversando.
Tanto più se si pensa che la delibera adottata dal comitato dei delegati dell'ente di previdenza il 16 settembre 2022 che estendeva anche al 2023 l'esonero dei pagamenti, risultava funzionale all'entrata in vigore, dal 2024, della riforma strutturale della Previdenza forense, già all'esame degli stessi ministeri.
Inoltre, - prosegue la Scutellà - il costo contenuto dell'esonero, stimato in circa 25 milioni di euro, è assolutamente compatibile con gli equilibri finanziari di lungo periodo dell'Ente, per cui il richiamo nella nota ministeriali ad "effetti negativi sui saldi di finanza pubblica" appare del tutto inconferente.
Per queste ragioni – conclude la parlamentare pentastellata- abbiamo chiesto ai Ministri interrogati di esplicitare meglio i motivi del diniego e, ove intendano confermare la mancata approvazione della delibera di sospensione, quali iniziative alternative urgenti intendano dunque adottare per alleviare l'impatto negativo del ripristino della riscossione del contributo integrativo minimo sulla platea di avvocati con bassa capacità reddituale».