«L'emergenza è il sud, non l'autonomia differenziata»
È quanto denuncia il sindaco Filomena Greco unitamente ai colleghi della Rete Recovery Sud sollecitando un incontro in tempi brevi e chiedendo un'audizione alle Camere: «Riforma divisiva, a rischio l’Unità Nazionale»
CARIATI - «I dati estremamente preoccupanti sull'aumento dei divari tra nord e sud, sul rischio di un "collasso" del sistema meridionale che per l'Istat richiede interventi "urgenti", sulle migliaia di giovani e adolescenti costretti ogni anno a recarsi al Nord per curarsi: tutto questo per l'esecutivo nazionale viene dopo la svolta federalista che rischia di disgregare definitivamente la nostra Nazione. L'emergenza è il sud, non l'autonomia differenziata».
È quanto denuncia il sindaco Filomena Greco unitamente ai colleghi della Rete Recovery Sud sollecitando un incontro in tempi brevi e chiedendo un'audizione alle Camere.
«Esprimiamo grande disappunto - aggiungono - per le modalità con cui il Governo, incurante del disagio delle comunità da essi rappresentate, sta procedendo all'approvazione della riforma dell'autonomia differenziata. Le lettere inviate al Presidente della Repubblica da duecento primi cittadini, le prese di posizione delle Anci di Basilicata, Campania e Calabria nonché di molti sindaci pugliesi, siciliani, abruzzesi e molisani, non sono bastate a smuovere la politica nazionale. Ci richiamiamo agli articoli 2, 3 e 5 della Costituzione, che prescrivono "l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale", la "pari dignità di tutti i cittadini" e la natura "indivisibile" della Repubblica. E in nome di questi torniamo a chiedere di essere ricevuti dal Capo dello Stato».
«Siamo estremamente preoccupati - proseguono i primi cittadini - per la mancata individuazione di risorse che finanzino i livelli essenziali delle prestazioni, che andrebbero definiti piuttosto "livelli uniformi delle prestazioni" e accompagnati da un robusto intervento di riequilibrio della spesa pubblica che annulli le diseguaglianze. Altrimenti produrranno gli stessi risultati dei livelli essenziali di assistenza, che non hanno inciso in alcun modo sugli squilibri territoriali nella sanità. Siamo preoccupati - sottolineano i sindaci Recovery Sud - per il destino a cui vanno incontro i nostri giovani, che aspirano a un futuro dignitoso nella nostra terra e i nostri anziani e tutti i cittadini che rischiano di non avere accesso a cure adeguate e a servizi degni di un Paese civile».
«Chiediamo al nostro presidente del Consiglio Giorgia Meloni - concludono - di non approvare una riforma così divisiva che rischia di commissariare l'unità nazionale. Quella Repubblica Italiana alla quale noi sindaci abbiamo giurato fedeltà e per la quale molti cittadini, del Sud come del resto d'Italia, hanno dato la vita. Chiediamo piuttosto un piano straordinario che preveda assunzioni nei nostri comuni, impoveriti da anni di tagli e federalismo fiscale, l'attuazione della perequazione infrastrutturale, prevista a Costituzione e una strategia seria di attrazione degli investimenti nelle nostre aree industriali».