2 ore fa:Presentata ufficialmente la terza edizione del "Salgemma Lungro Festival"
6 ore fa:Le sirene del divertimento riecheggiano su Odissea 2000
5 ore fa:Graziano chiede trasparenza sull’assegnazione dei medici di base
3 ore fa:Rizzo e Brillia: all'orizzonte un nuovo caos tra società sportive
7 ore fa: Camigliatello Silano, celebrato il Caciocavallo Silano DOP
1 ora fa:Anche Spezzano Albanese ha annunciato glie venti del cartellone estivo 2025
2 ore fa:«Non possiamo più restare in silenzio»: continua la battaglia silenziosa delle famiglie dei disabili
8 ore fa:L'opposizione di Acquaformosa replica alle polemiche sull'installazione dell'antenna 5g
3 ore fa:Cassano Jonio esclusa dalla Carovana Komen della prevenzione
4 ore fa:Arrestato il presunto usuraio di un imprenditore cassanese

«L'emergenza è il sud, non l'autonomia differenziata»

1 minuti di lettura

CARIATI - «I dati estremamente preoccupanti sull'aumento dei divari tra nord e sud, sul rischio di un "collasso" del sistema meridionale che per l'Istat richiede interventi "urgenti", sulle migliaia di giovani e adolescenti costretti ogni anno a recarsi al Nord per curarsi: tutto questo per l'esecutivo nazionale viene dopo la svolta federalista che rischia di disgregare definitivamente la nostra Nazione. L'emergenza è il sud, non l'autonomia differenziata».

È quanto denuncia il sindaco Filomena Greco unitamente ai colleghi della Rete Recovery Sud sollecitando un incontro in tempi brevi e chiedendo un'audizione alle Camere.

«Esprimiamo grande disappunto - aggiungono - per le modalità con cui il Governo, incurante del disagio delle comunità da essi rappresentate, sta procedendo all'approvazione della riforma dell'autonomia differenziata. Le lettere inviate al Presidente della Repubblica da duecento primi cittadini, le prese di posizione delle Anci di Basilicata, Campania e Calabria nonché di molti sindaci pugliesi, siciliani, abruzzesi e molisani, non sono bastate a smuovere la politica nazionale. Ci richiamiamo agli articoli 2, 3 e 5 della Costituzione, che prescrivono "l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale", la "pari dignità di tutti i cittadini" e la natura "indivisibile" della Repubblica. E in nome di questi torniamo a chiedere di essere ricevuti dal Capo dello Stato».

«Siamo estremamente preoccupati - proseguono i primi cittadini - per la mancata individuazione di risorse che finanzino i livelli essenziali delle prestazioni, che andrebbero definiti piuttosto "livelli uniformi delle prestazioni" e accompagnati da un robusto intervento di riequilibrio della spesa pubblica che annulli le diseguaglianze. Altrimenti produrranno gli stessi risultati dei livelli essenziali di assistenza, che non hanno inciso in alcun modo sugli squilibri territoriali nella sanità. Siamo preoccupati - sottolineano i sindaci Recovery Sud - per il destino a cui vanno incontro i nostri giovani, che aspirano a un futuro dignitoso nella nostra terra e i nostri anziani e tutti i cittadini che rischiano di non avere accesso a cure adeguate e a servizi degni di un Paese civile».

«Chiediamo al nostro presidente del Consiglio Giorgia Meloni - concludono - di non approvare una riforma così divisiva che rischia di commissariare l'unità nazionale. Quella Repubblica Italiana alla quale noi sindaci abbiamo giurato fedeltà e per la quale molti cittadini, del Sud come del resto d'Italia, hanno dato la vita. Chiediamo piuttosto un piano straordinario che preveda assunzioni nei nostri comuni, impoveriti da anni di tagli e federalismo fiscale, l'attuazione della perequazione infrastrutturale, prevista a Costituzione e una strategia seria di attrazione degli investimenti nelle nostre aree industriali».   

Veronica Gradilone
Autore: Veronica Gradilone

26 anni. Laurea bis in Comunicazione e Tecnologie dell’Informazione. Mi piace raccontare le storie, non mi piace raccontare la mia