Congresso PD, Corigliano-Rossano vira sulla mozione De Micheli: è la più votata
L’ex ministro Infrastrutture, sostenuta dall’asse Calabrò-Bruno Bossio, incassa 69 preferenze tra gli iscritti. Il superfavorito Bonaccini, portato da Rosellina Madeo e gli stasiani, si ferma a quota 50. Molto più in basso Cuperlo (32) e Schlein (27)
CORIGLIANO-ROSSANO – La prima fase congressuale del Partito Democratico a Corigliano-Rossano si chiude con un risultato in controtendenza rispetto ai pronostici ma sicuramente non inaspettato: vince la mozione di Paola De Micheli. Vince, di fatto, l’asse storico tra Teodoro Calabrò ed Enza Bruno Bossio che, ancora una volta, nei momenti importanti e topici del partito è riuscito ad imporre la propria linea, legittimata da una maggioranza chiara e schiacciante. E questo nonostante difronte ci fossero altre linee dem agguerrite che si sono date battaglia fino alla fine.
178 i voti utili usciti fuori dalle urne dei democrat della terza città della Calabria allestite presso la sede della ex delegazione comunale di piazza Montalti a Rossano scalo. 69 di queste preferenze (il 38%) è andato a sostegno della mozione De Micheli. Questi sono i vincitori. Poi ci sono i perdenti e i “semi perdenti”.
Sicuramente il tonfo più grande, almeno a Corigliano-Rossano, lo ha fatto registrare la mozione Schlein che se a livello nazionale e regionale si è attestata al secondo posto, seguendo il trend delle previsioni della vigilia, nel capoluogo Jonico raccoglie solo il 15% delle simpatie dem, pari a 29 preferenze. Sintomatico che l’eccessivo riformismo radicale a queste latitudini non fa più breccia. E non l’ha fatta nemmeno nei cuori di chi, invece, è cresciuto a “pane e rivendicazioni sociali”, tratto distintivo della sinistra radicale e degli stasiani. Proprio l’area che all’interno del Partito democratico coriglianorossanese fa capo al sindaco della città Flavio Stasi (anche se il primo cittadino si tiene ben distante dalle dinamiche del partito pur non disdegnando qualche incontro privato e di strategia con i colonnelli del Pd) ha scelto di aderire e sponsorizzare la mozione Bonaccini.
Il presidente dell’Emilia Romagna ha viaggiato a vele spiegate nelle sezioni di tutta Italia. Non a Corigliano-Rossano, dove il vento, a quanto pare, ha smesso di soffiare nonostante fosse sostenuto, anche sullo Jonio, dall’asse Bevacqua-Iacucci (dòmini del piddì in Consiglio regionale) e dal neo capogruppo del Pd in Consiglio comunale, Rosellina Madeo. Che, a loro volta, in un incontro tenutosi qualche giorno fa avevano persuaso anche Stasi (e i suoi) ad abbandonare la linea radicale per la linea più moderata e certamente vincente di Bonaccini.
E poi c’è stata la mozione Cuperlo. Qui si potrebbe aprire un capitolo infinito. Sul più volte aspirante alla segreteria nazionale del Pd si sono concentrate le forze antagoniste del Pd, quelle che da tempo si sentono ai margini ideologici e concettuali di questo partito. In Calabria a tenere alta questa bandiera è stato il primo tra i “figli rinnegati” dal Partito Democratico, Mario Oliverio. Cuperlo non sfonda da nessuna parte, in realtà, e provincia di Cosenza finisce anche dietro alla De Micheli. Ma a Corigliano-Rossano quel 18% dei consensi hanno un loro perché, una “mal digestione” – probabilmente – delle sorti del partito nella grande città della Sibaritide.
Sta di fatto, però, che la vera notizia – lo dicevamo in premessa – è la vittoria schiacciante della mozione De Micheli che, evidentemente, è entrata nei cuori della maggioranza dei democrat per un lavoro di contatto perenne con tesserati e militanti coriglianorossanesi costruito nel tempo da Enza Bruno Bossio. Il risultato di Co-Ro è sicuramente eccezionale per l’ex ministro delle Infrastrutture del governo Conte che all’epoca mise i soldi veri per la realizzazione del Megalotto 3 della statale 106 e si batté per l’alta velocità ferroviaria in Calabria.
«La mozione De Micheli vince a Corigliano-Rossano – questo il commento di Teodoro Calabrò – perché attraverso di lei abbiamo visto un partito operoso per il meridione e per il nostro territorio. Non solo, è una donna giovane e meridionalista, che ha anche radici familiari nel nostro territorio. È l’unica all’interno della direzione nazionale del Partito Democratico che si sta battendo, con un criterio logico e ideologico, contro l’autonomia differenziata e che si batte per una giustizia garantista. E questi, credo – chiosa Calabrò -, siano valori imprescindibili per il nostro partito».
Ma ora che si apre la porta del ballottaggio tra Bonaccini e Schlein che direzione prenderanno i voti della De Micheli in Calabria e a Corigliano-Rossano, dove quel 38% vale tantissimo in termini di autorevolezza? «Crediamo – dice Calabrò - che tra Bonaccini e la Schlein la scelta sia ovvia. Questo congresso – aggiunge - sta dimostrando che la base del Partito Democratico non vuole estremismi. Siamo e possiamo continuare ad essere il più grande tra i partiti moderati-riformisti del Paese. E non vedo altra scelta – conclude – che dare fiducia a Stefano Bonaccini»