«Credo nella politica di cooperazione. Se si collabora si ottengono risultati»
Parola di Davide Tavernise. Il capogruppo 5 stelle in Consiglio regionale ritorna sulla questione sanità: «Ricevo dalle 15 alle 20 telefonate settimanali di denuncia per inadempienze sanitarie perolpiù nelle strutture della sibaritide»
CORIGLIANO-ROSSANO - Continuaimo a parlare delle grandi sfide del nostro territorio. Oggi abbimo deciso di farlo presentando il punto di vista del partito pentastellato.
Ad intervenire nei nostri studi è Davide Tavernese, Consigliere Regionale del Movimento 5 Stelle, ospite all'Eco in Diretta, il talk della nostra testata condotto dal direttore Marco Lefosse.
Partiamo da uno dei punti su cui l'operato di Tavernise ha insistito particolarmente, la sanità. Si attendono le riaperture degli ospedali di Cariati e Trebisacce e maggiori notizie sullo spoke di Corigliano-Rossano.
«La situazione è peggiore di quanto immaginassi - afferma Tavernise -. Con l'inizio del nuovo anno ho avuto modo di fare due sopralluoghi, uno al Vittorio Cosentino di Cariati e l'altro al Giannettasio di Rossano. Avevo fatto anche un sopralluogo al Compagna di Corigliano e ammetto che siamo in una situazione di stallo; tutto è bloccato dal Piano Operativo. Sembra che con lo sblocco della ricognizione del debito regionale il piano sia stato approvato, almeno parzialmente. All'interno del piano regionale è prevista la riapertura di tre strutture ospedaliere che diventeranno tutte strutture/ospedali di zone disagiate, tra questi Trebisacce e Cariati, oltre che Praia a Mare. A questo bisogna aggiungere l'acquisto e l'installazione di nuove strumentazioni. In questi giorni sono in corso i lavori per l'installazione di una TAC all'ospedale di Cariati. In più hanno inviato due nuovi ecografi che sono già in funzione nella struttura».
Al di là, però, degli interventi che si attueranno nell'immediato futuro il problema resta lo stato di salute generale dell'intera sanità provinciale e regionale. Ci si chiede, piuttosto, come viene percepita la sanità in questo momento sia dagli operatori che dalla popolazione.
«Viene percepita male perché c'è disorganizzazione - ammette il Consigliere -. Di recente ho incontrato tutti i primari dei reparti degli ospedali di Corigliano-Rossano e ho chiesto loro quali erano le maggiori difficoltà riscontrate. Ebbene, il problema maggiore è quello relativo agli spazi (che a breve potrebbe essere risolto) seguito poi dal problema della carenza di personale, che ormai conosciamo tutti. Si tratta soprattutto di personale infermieristico oltre che medico.
Il problema, però, è che la carenza di organico medico riguarda il settore dell'emergenza-urgenza. In altri reparti come oncologia, medicina generale, cardiologia, a mancare non sono i medici ma gli infermieri. Ho ho chiesto a tal proposito un elenco nel quale figurano tutti gli infermieri presenti ed è emerso che sono circa 318. Se facciamo il calcolo e dividiamo gli infermieri per i 20 reparti presenti tra le due strutture di Corigliano-Rossano ci accorgiamo che dovrebbero esserci circa 15 infermieri per reparto e calcolando che i reparti hanno in media 10 posti letto, dovrebbe esserci teoricamente almeno un infermiere per ogni paziente. Ma questo dato purtroppo non è reale. Tra ciò che troviamo scritto su carta e ciò che realmente si riscontra c'è uno scarto considerevole. Il prossimo step sarà riunire nuovamente i primari e confrontare i dati presenti su carta con ciò che avviene nei reparti facendo quindi un'ennesima ricognizione del numero reale del personale».
Al netto di queste considerazioni è necessario porre una questione importante: l'ingerenza della politica in materia di Sanità. La politica ha davvero le competenze per dire cosa è giusto e cosa non lo è in ambito sanitario?
«Io - dichiara Tavernise - ricevo dalle 15 alle 20 telefonate settimanali di denuncia per inadempienze sanitarie, che avvengono perolpiù nelle strutture della sibaritide. Potrei tranquillamente voltarmi dall'altra parte e proseguire per la mia strada. Potrei, per assolvere al mio compito, scrivere comunicati stampa nei quali attacco la maggioranza per la gestione della crisi sanitaria, ma sento il dovere di accogliere tutte queste segnalazioni dei cittadini perché vengo pagato dai contribuenti per risolvere, per quel che posso, alcune delle questioni in ballo. Sicuramente non sono laureato in Medicina ma ho competenze in ambito amministrativo e, dato che la sanità dovrebbe essere trattata anche come un'azienda (anche se si è perso ormai ogni risvolto umano), penso che volerci vedere chiaro sia indispensabile e legittimo».
Per ciò che riguarda invece i medici cubani, nella sibaritide ancora nessun arrivo. È probabile che tutto il volume di medici atteso non arriverà a causa delle limitazioni legislative dell'Unione Europea che fanno di questa una vera e propria tratta lavorativa.
«Sì. Diciamo pure che i 51 medici arrivati, su 494 attesi, sono stati destinati alla provincia di Reggio Calabria che ne aveva più bisogno. Ci aspettiamo, ovviamente, che arrivino anche nelle altre province, maggiormente a Cosenza che presenta molte più strutture ospedaliere delle altre. Io non sono mai stato contrario all'avvento dei medici cubani perché la cosa più importante è che i cittadini che giungono in ospedale si possano curare e trovino il personale adeguato, poi che siano italiani o cubani non cambia. Sicuramente la nostra difficoltà burocratica nello sbloccare i concorsi rende necesssario il ricorso a misure come questa. Sul problema relativo al loro trattamento in patria,
da quel che so c'è stato un adeguamento degli stipendi a quelli dei medici italiani».
E infine sulla questione trasporti. Una su tutte, l'ammodernamento della Strada Statale 106. In passato strada protagonista di grandi battaglie politiche, ora un gran silenzio:
«No, non siamo spariti. C'è stato un elemento di novità: finalmente in questa manovra di bilancio si è parlato di 106 e di cifre. Il problema è che queste cifre sono state distribuite nell'arco dei prossimi 17-18 anni, quindi i 3 miliardi (che è la cifra che tutti conosciamo) non basteranno per l'intera tratta Sibari-Catanzaro; anche perché nella bozza di programma che il Dipartimento insieme ad Anas mandò al Ministero delle Infrastrutture si quantificò in 5-6 miliardi. Noi stiamo aspettando che Anas definisca i progetti e da lì inizieremo la battaglia per la cantierizzazione dei vari tracciati».
Ma i progetti di Anas sembrano piuttosto definiti. Il problema riguarda le forze locali che sembrano essersi eclissate.
«Da da quel che so - ribadisce e conclude - il comune di Corigliano-Rossano ha inviato tutta la documentazione necessaria».