«Il 2023 dovrà essere l'anno di riforme e di una giustizia equilibrata e celere»
Lo afferma Saccomanno (Lega): «Non è tollerabile che un soggetto subisca indagini per lunghissimi periodi e poi un processo ancora più lungo a seguire, e con, spesso, diverse sentenze di assoluzione»
CATANZARO – Sui propositi e sugli impegni in vista del nuovo anno, ogni forza politica cerca di ribadire la sua linea d’azione.
«Il 2023 dovrà essere l'anno delle riforme e di una giustizia equilibrata e celere – afferma il Commissario Regionale della Lega, Giacomo Francesco Saccomanno -. La Lega sosterrà le Forze dell'Ordine e la Magistratura per come sempre fatto, ma è indispensabile che le indagini ed i processi non durino decine di anni. Non è tollerabile che un soggetto subisca indagini per lunghissimi periodi e poi un processo ancora più lungo a seguire, e con, spesso, diverse sentenze di assoluzione. Nel frattempo, la persona ha perso dignità, la propria azienda e agiata condizione economica. Danni rilevantissimi che distruggono intere famiglie, prosperose aziende, che, però, non verranno mai ripagate nella loro integralità».
«Comprendiamo – prosegue - che in Calabria vi è una radicazione profonda del malaffare, con intrecci imprevedibili tra la 'ndrangheta, l'imprenditoria e la politica. Ma, proprio questo deve portare ad accelerare indagini e processi: non è possibile che personaggi corrotti o collusi possano svolgere una importante attività per tanti anni e sino a quando non arriva la misura giudiziale. È la stessa faccia della medaglia che porta ad una sola conclusione: la celerità e la qualità del procedimento penale. La complessità delle indagini a volte ritarda la chiusura, ma, in questo caso, è di rilevante importanza non far trapelare nulla. Ed in tale situazione, è fondamentale che ci sia la massima condivisione della elaborazione e redazione delle leggi, al fine di non renderle poco equilibrate».
E conclude: «Ogni cittadino, ogni parte sociale, ogni politico, devono fare la loro parte e sostenere l'azione giudiziale che è l'unica possibile per interrompere le azioni criminali, la corruzione e la collusione. Ma questa deve avere il massimo dell'equilibrio e svolgere, sempre, adeguate ed approfondite indagini prima di instaurare processi che possono presentarsi deboli nel successivo dibattimento».