Co-Ro, Europa Verde: le esigenze del territorio come priorità e più soluzioni green
«La crisi climatica e il caro energia che stiamo subendo hanno come responsabili gli idrocarburi. Pianificare la rapida uscita dalla dipendenza dai combustibili fossili significa costruire un'autonomia energetica basata sulle fonti rinnovabili»
CORIGLIANO-ROSSANO - Europa Verde nell'ultima seduta dell'Assise Civica, svoltasi lunedì 23 gennaio, ha affrontato i temi relativi all'hub energetico nel porto e al futuro della centrale Enel di Corigliano-Rossano.
«Europa Verde - si legge nel comunicato - si è sempre attivata per i bisogni della gente comune, lunghe battaglie si sono susseguite nel corso degli anni insieme ai cittadini. Diverse sono state le mobilitazioni dei Verdi della città che hanno coinvolto la popolazione locale, con i due consigli comunali di Rossano e Corigliano (le due città all'epoca erano ancora separate) Giuseppe Campana era Consigliere comunale in quegli anni, il 2010, e l'Enel annuncia lo spegnimento di 24 centrali, tra queste c'è anche quella di Rossano».
«Oggi continua a dare voce anche ai lavoratori del colosso energetico i quali, esprimono il loro malcontento e il loro timore di perdere posti di lavoro e il futuro di una vita dignitosa. Insieme ai lavoratori invitiamo l'azienda a fare un serio investimento per il territorio. Accogliamo volentieri le ipotesi sui pannelli fotovoltaici, ma auspichiamo un futuro totalmente green che potrebbe vedere la produzione di idrogeno verde, ricavato dall'acqua».
«La crisi climatica e il caro energia - proseguono- che stiamo subendo hanno come responsabili gli idrocarburi. Pianificare la rapida uscita dalla dipendenza dai combustibili fossili significa costruire un'autonomia energetica basata sulle fonti rinnovabili, lavorare per la pace e far abbassare il costo dell'energia. Bisogna agire velocemente per coniugare esigenze climatiche con giustizia sociale, gli investimenti in questo ambito sono gli unici che prevedono ricadute positive per ambiente, posti di lavoro ed investitori».
«Nel 2024 dovrebbero cadere le ciminiere, simbolo di una industrializzazione che gli amministratori dell'epoca volevano importare come modello produttivo, in una terra invece vocata naturalmente all'agricoltura d'eccellenza e al turismo. L'odierna prospettiva di realizzare il lungomare più lungo d'Europa con i suoi 37 chilometri fra Rossano e Corigliano, quale attrattore turistico unico nel suo genere, salterebbe l'avvenimento come un atto di giustizia verso il territorio. Quali saranno realmente le sorti della centrale di contrada Sant'Irene, lo si saprà nei prossimi mesi».
E ancora: «Quello che noi ambientalisti ci chiediamo è che si realizzino soluzioni più adeguate alla reale vocazione della nostra terra, eliminando dalle future prospettive tutte le servitù energetiche e le false chimere industriali che hanno lasciato sul territorio solo macerie sociali, povertà e danni spesso irreversibili per la salute della popolazione. Restituire il territorio, riqualificato e bonificato alle comunità, ci sembra l'unica scelta di buon senso. Cosa rimarrà ancora in piedi una volta ultimata la fase di smantellamento, di uno dei più importanti tra i 24 siti energetici nazionali in dismissione, pur dovendo ancora verificare le ricadute occupazionali, sociali e le compatibilità ambientali dopo il fallimento del progetto Futur-E?»
«Servono - concludono - proposte concrete che dimostrino come sia possibile dare nuova vita ai siti che ospitavano le centrali, in un'ottica di sostenibilità, di economia circolare e di energia rinnovabile che mettano al centro il territorio».