Registri tumori, in Calabria «la situazione è più grave di quanto si potesse immaginare»
È quanto afferma Laghi: «I dati disponibili risultano obsoleti e inutilizzabili per poter conoscere la realtà oncologica dei territori in tempi brevi e per poter attuare interventi mirati di prevenzione»
REGGIO CALABRIA - «L'audizione riguardante la situazione del Registro tumori della Regione Calabria, da me richiesta dopo l'interrogazione che ho presentato sull'argomento, è stata assai importante e chiarificatrice sotto molti aspetti», così esordisce il capogruppo in Consiglio regionale di "De Magistris Presidente".
«Purtroppo, il quadro emerso con tutta evidenza non è affatto confortante e spiega, almeno in parte, i gravissimi ritardi, rispetto al resto d'Italia, che la nostra Regione ha accumulato in questo ambito così importante. I dati disponibili in Calabria, ove presenti, risultano obsoleti e inutilizzabili per gli obiettivi che i Registri tumori si prefiggono: conoscere la realtà oncologica dei territori in tempi brevi per poter attuare interventi mirati di prevenzione».
«Sono stati auditi il rappresentante del dipartimento alla Sanità della Regione Calabria, nonché i responsabili dei Registri tumori delle cinque province calabresi. È emerso che le strutture e le attività previste dalle vigenti leggi regionali sull'argomento non hanno avuto piena applicazione o sono rimaste del tutto inevase. Manca quella necessaria "cabina di regia", a livello regionale, che dovrebbe coordinare e monitorare le attività dei singoli Centri. Non esiste una piattaforma aggiornata, comune e condivisa, a livello informatico, che permetta di inserire omogeneamente i dati e di inviarli quindi al Centro nazionale dell'Airtum, il Registro che raccoglie e organizza i dati su tutto il territorio nazionale – continua il consigliere Laghi -. Così come non è stato possibile avere una data presumibile entro la quale questi fondamentali adempimenti potrebbero essere evasi».
«Dal canto loro, i responsabili dei cinque Centri regionali hanno rappresentato una situazione di carenza di personale, mezzi e strumentazioni che hanno aggiunto problemi a problemi e di cui pure è difficile prospettare efficaci e tempestive soluzioni. Il quadro complessivo è stato, perciò, davvero deludente, ma anche allarmante, anzitutto perché le "falle" del sistema oggetto dell'audizione sono apparse più numerose e gravi di quanto si potesse immaginare e poi anche perché appaiono forti le perplessità e i dubbi sulla possibilità di superare, in tempi ragionevoli, i problemi emersi».
«L'audizione di ieri, in ogni caso – conclude Laghi -, si è rivelata fondamentale per focalizzare, condividere e dare pubblica visibilità ad una situazione che richiede interventi urgenti per la tutela del diritto alla salute di tutti i calabresi. La Commissione Sanità con il suo presidente, Michele Comito, ha perciò deciso di riproporre l'audizione tra qualche mese, per monitorare l'andamento dei problemi emersi e cercare di contribuire, nel contempo, alla loro soluzione».