«Occorre andare a fondo sugli inadempimenti del Consorzio di Bonifica»
Tavernise (M5S) chiede l'accesso agli atti: «Altro tempo non si può perdere per andare a fondo di una vicenda che rischia di piegare un settore economico importante e minare la dignità di oltre 160 lavoratori»
CORIGLIANO-ROSSANO - «Qual è la situazione degli inadempimenti tributari del Consorzio di Bonifica Integrale dei Bacini dello Jonio Cosentino, in riferimento alla Delibera Presidenziale n. 40 del 04/04/2022 e ad altre eventuali intimazioni di pagamento ricevute? Quali sono le quote non versate alla data odierna dal Consorzio di Bonifica Integrale dei Bacini dello Jonio Cosentino relative a fatture per le utenze energetiche e di qualsiasi altro tipo e le forniture di beni o servizi?».
Sono queste le richieste contenute in un accesso agli atti formulato dal capogruppo M5S in consiglio regionale Davide Tavernise, nella giornata di martedì 15 novembre.
«Inizio marzo scorso – prosegue Tavernise - risulta notificato al Consorzio di Bonifica Integrale dei Bacini dello Jonio Cosentino un avviso d'intimazione di pagamento, formalizzato dall'Agenzia delle entrate –riscossione provincia di Cosenza, per un importo complessivo pari a 19 milioni di euro. È una cifra monstre di cui si dà atto nella delibera presidenziale n.40 del 4 aprile scorso, con la quale il presidente Blaiotta nomina un legale, per la rappresentazione e difesa del consorzio, in primo grado di giudizio, presso l'autorità giudiziaria tributaria».
«In attesa dell'informativa, sulla questione del consorzio di bonifica di Trebisacce, nel prossimo consiglio regionale, e in attesa di una presa di posizione chiara e netta della giunta regionale che veda il consorzio commissariato, altro tempo non si può perdere per andare a fondo di una vicenda che rischia non solo di piegare un settore economico importante come l'agricoltura, ma anche di minare, per conclamate storture contabili, la dignità di oltre 160 lavoratori che non solo attendono la corresponsione delle dovute mensilità ma che guardano con pessimismo al futuro lavorativo».