Co-Ro, oltre 100 mila euro di variazione di bilancio «per coprire i soldi buttati ad agosto»
È quanto ribadisce Caputo (FdI), che attacca l’Amministrazione a guida Stasi per la «visione e gestione distratta, scriteriata e senza controllo delle risorse pubbliche»
CORIGLIANO-ROSSANO – «Continua la vergognosa telenovela dello spreco milionario sull'intrattenimento estivo messa in campo dagli assessori con la direzione artistica di Flavio Stasi. Nel prossimo consiglio comunale di domenica 20 novembre andrà in scena, infatti, la pesantissima variazione di bilancio di oltre 100 mila euro resasi necessaria per saldare le documentate spese pazze fatte senza la necessaria copertura finanziaria; un autentico obbrobrio amministrativo già all'attenzione della Corte dei Conti; un pugno in faccia a imprenditori, commercianti e contribuenti di questa città; una certificazione di fallimento programmatico e di incapacità nella governo delle straordinarie potenzialità turistiche di Corigliano-Rossano che la maggioranza muta, complice e corresponsabile sarà chiamata a votare ancora una volta a testa bassa».
È quanto dichiara Guglielmo Caputo, già assessore al turismo di Rossano e rappresentante di Fratelli d'Italia facendo appello alla città «ad indignarsi rispetto a questa visione e gestione distratta, scriteriata e senza controllo delle risorse pubbliche, tanto più in una contingenza nazionale ed internazionale di profonda incertezza e di gravissime difficoltà economiche per famiglie ed imprese costrette a subire gli effetti diretti ed indiretti del conflitto russo-ucraino, del rincaro delle materie prima soprattutto alimentari e dell'emergenza energetica».
«Ciò che più è inaccettabile – prosegue – è che gli assessori di Stasi, a distanza di settimane dalla nostra pubblicazione dei dati inoppugnabili che dimostrano lo sperpero milionario di agosto a fronte di insufficienti introiti della tasse di soggiorno, non siano stati ancora capaci di smentire e di spiegare come mai ci si ostina a far passare per programmazione e promozione annuale una sommatoria senza precedenti di spese senza alcuna coerenza tra di loro per iniziative destinate ai soli residenti o comunque a quanti avevano già deciso di trascorrere la loro vacanza nel territorio».
«Quanto è stato investito in reale promozione? Quanto di quel milione di euro è stato realmente destinato a vere e mirate campagne di comunicazione e marketing della destinazione turistica? Quale fetta di quella milionata di euro buttata purtroppo in poche settimane di fumo, forse per fotografare e filmare a 200 euro al secondo, piazze che sarebbero state piene a prescindere, è stata utilizzata ad esempio per acquisire utili rilevazioni, dati, proiezioni e infine spazi editoriali o televisivi o social per promuovere Corigliano-Rossano in Europa? Quali numeri segreti ha Stasi per continuare a convincersi di un successo di presenze e pernottamenti di cui non sappiamo nulla?».
«Ma soprattutto chi ha beneficiato di questo fiume di soldi a pioggia e – lo ribadiamo – senza alcuna strategia e visione? Di sicuro non ne ha beneficiato la rete commerciale né l'immagine culturale distintiva dei due centri storici della nostra grande Città d'arte sulla quale non è stato investito un centesimo. Così come non ne ha beneficiato la straordinaria rete di associazioni presenti sul territorio, semmai mortificate da un calendario di manifestazioni anonime, effimere, scollegate tra di loro, sganciate da ogni analisi e valorizzazione della reale capacità attrattiva della nostra Città».
«È questo fallimento che Stasi ha il dovere di rendicontare ai cittadini, inchinandosi a quei principi ed obblighi di trasparenza dai quali oggi fugge ma che per decenni ha invece urlato e rivendicato dai sit-in, dalle occupazioni di strade e palazzi e dalle proteste populiste e demagogiche contro tutti e su tutto.
Ed è su questo fallimento documentato che i consiglieri di maggioranza dovrebbero riflettere con la coscienza del buon padre di famiglia, sottraendosi ad una chiamata in corresponsabilità che è anzi tutto giuridica oltre che politica ed etica» conclude.