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Un milione di euro per gli eventi estivi a Co-Ro, Fratelli d’Italia ricorre alla Giustizia

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CORIGLIANO-ROSSANO – Probabilmente è la prima volta da quando è in auge l’Amministrazione comunale che si ricorre – almeno nell’annunciarla - all’arma della giustizia per chiedere spiegazioni e chiarezza sulle spese fatte con i soldi pubblici. E in questo caso specifico al milione di euro circa spesi dall’Esecutivo Stasi per la programmazione estivo. A presentare l’esposto alla procura della Corte dei Conti sarà Guglielmo Caputo, già vicesindaco dell’estinto comune di Rossano, che mette sul banco degli imputati il primo cittadino di Corigliano-Rossano ed il «super dirigente esterno» Giovanni Soda. Che «sono arrivati a spendere – queste le parole di Caputo – la cifra astronomica di 782mila e 183 euro per la programmazione estiva». Se così fosse sarebbero tre volte tanto rispetto ai 286 mila euro riportati nella delibera di impegno spese approvata a giugno 2022.

Guglielmo Caputo

«Una grande vergogna!» Torna il refrain caro alla destra rossanese. «Stiamo parlando  - sottolinea ancora Caputo - di un costo che supera di oltre il 270% quanto formalmente previsto, per cui non si può parlare di un semplice adeguamento per imprevisti o aumenti di costi».

Tanti soldi spesi e senza una strategia di marketing. Questa una delle accuse che il meloniano mette sul tavolo. «Una cifra colossale – sottolinea l’ex amministratore – letteralmente bruciata per poche settimane, che supera di quasi quattro volte il totale di quanto investivano separatamente i due estinti comuni di Rossano e di Corigliano; una spesa gigante che non trova pari neppure nelle destinazioni turistiche calabresi più famose al mondo (Tropea su tutte) la cui offerta, il cui appeal e la cui programmazione valgono e costano molto ma molto di meno e che durano oltre 8 mesi».

Praticamente soldi, quelli spesi dal Comune di Corigliano-Rossano senza una visione, senza alcuna consapevolezza e, quindi, senza un utile ritorno sull’economia locale. «Uno spreco di denaro pubblico - così lo bolla Caputo - senza precedenti, per di più senza alcuna strategia o investimento di marketing territoriale degno di questo nome, non sorretto né giustificabile dai numeri e dalle entrate che dovrebbero servire a questo, di cui si hanno solo tracce largamente insufficienti; né mitigato – aggiunge – così come avveniva a Rossano con le amministrazioni di centro destra, dal sostegno di una importante rete imprenditoriale (oggi tenuta lontana e osteggiata) che faceva squadra con progetti ed ambizioni della Città».

Ma c’è di più, molto di più nel j’accuse di Guglielmo Caputo che travalica la semplice opposizione delle scelte politiche. Nel caso specifico della programmazione estiva – ed è qui una delle leve per le quali si chiede l’intervento della Corte dei Conti – ci sarebbero delle determine assunte senza copertura finanziaria. «Un illecito bello e buono».  

«Mancherebbero dal computo dei costi sostenuti – precisa ancora Caputo - alcune determine di impegno, come avrebbe ammesso la responsabile unica del procedimento ad un consigliere comunale, in sede di acquisizione degli atti relativi alla stagione estiva. Sindaco e super dirigente (che avrebbe firmato determine prive di copertura finanziaria destinate a trasformarsi in debiti fuori bilancio) dovrebbero allora far sapere con urgenza alla cittadinanza a quanto ammontano le altre determine, per ulteriori costi ma senza alcun impegno di spesa, garantendo sin da ora la massima trasparenza ai fornitori ed a quanti attendono il legittimo pagamento delle spettanze per forniture e servizi resi ma ancora finanziariamente scoperti (configurandosi in merito un illecito amministrativo perché l’impegno deve essere assunto prima della prestazione); una somma, quest’ultima, che dalle lamentele dei fornitori si prospetta anch’essa esagerata e farebbe lievitare lo spreco complessivo dell’estate targata Stasi a poco meno di 1 milione di euro. Fatto gravissimo e che la dice lunga sul senso di responsabilità e sul metodo di trasparenza di questo Esecutivo e dei suoi super dirigenti, col silenzio – assenso della maggioranza consiliare».

Guglielmo Caputo è un fiume in piena. E ritorna a chiedere quali siano i risultati in termini di presenze turistiche e soprattutto in un’ottica di destagionalizzazione delle presenze sul territorio. «L’aspetto più grave di tutti, al di là della cifra faraonica – incalza Guglielmo Caputo - che già da sola rappresenta uno schiaffo in faccia a quanti, famiglie ed imprese, stanno subendo le difficoltà di una crisi senza precedenti, è rappresentato dal fatto che quella spesa pazza che si spaccia per turistica non soltanto non ha prodotto neppure una settimana di destagionalizzazione rispetto ad un periodo che è già pieno ovunque e che non necessità di grandi investimenti (così come ancora una volta dimostrano le destinazioni turistiche più consolidate), ma non misura (in assenza di dati certi) alcun incremento di presenze e di pernottamenti tali comunque da giustificare quel costo sproporzionato e che significherebbe fallimento per qualsiasi azienda; tanto più in assenza di qualsiasi piano di marketing e di comunicazione turistica per Corigliano-Rossano su scala nazionale o internazionale (a proposito che fine ha fatto il famoso piano turistico pagato migliaia di euro a qualche consulente Unical negli anni scorsi) e senza contare che – conclude Caputo – con molta probabilità non vi saranno più risorse per programmare alcunché nei prossimi mesi».

Ora bisogna vedere quanto tafazzismo c’è in queste parole e quanta realtà. Una cosa è certa – e lo si dice da sempre – Corigliano-Rossano ha potenzialità enormi anche dal punto di vista turistico. Probabilmente più di tutti gli altri comuni calabresi e del meridione, dato che all’interno dei suoi confini potrebbe offrire un paniere di scelte per un turismo corposo e sostenibile per 4 stagioni l’anno. Non solo mare, non solo montagne, non solo patrimonio artistico ma anche tante sfumature che potrebbero fare la differenza e che oggi – più di ieri – restano inspiegabilmente parcheggiate.

Marco Lefosse
Autore: Marco Lefosse

Classe 1982, è schietto, Idealista e padre innamorato. Giornalista pubblicista dal 2011. Appena diciottenne scrive alcuni contributi sulla giovane destra calabrese per Linea e per i settimanali il Borghese e lo Stato. A gennaio del 2004 inizia a muovere i passi nei quotidiani regionali. Collabora con il Quotidiano della Calabria. Nel 2006 accoglie con entusiasmo l’invito dell’allora direttore de La Provincia, Genevieve Makaping, ad entrare nella squadra della redazione ionica. Nel 2008 scrive per Calabria Ora. Nell’aprile 2018 entra a far parte della redazione di LaC come corrispondente per i territori dell’alto Jonio calabrese. Dall’1 giugno del 2020, accoglie con piacere ed entusiasmo l’invito dell’editore di guidare l’Eco Dello Jonio, prestigioso canale di informazione della Sibaritide, con una sfida: rigenerare con nuova linfa ed entusiasmo un prodotto editoriale già di per sé alto e importante, continuando a raccontare il territorio senza filtri e sempre dalla parte della gente.