Medici cubani in Calabria, Ferrara denuncia: «È una forma di schiavitù moderna»
«Il Parlamento europeo ha condannato le missioni mediche cubane all’estero come forma di schiavitù considerando che Cuba impone a tutti i dipendenti civili che lavorano all'estero obblighi e doveri ingiustificati che violano la dignità umana»
BRUXELLES - «La Regione Calabria ha concordato con il Governo di Cuba, attraverso la Comercializadora de Servicios Médicos Cubanos S.A. (CSMC S.A.), l'assunzione di 497 medici cubani. Rapporti di Human Rights Watch, Human Rights Foundation, Commissione interamericana per i diritti umani, Dipartimento di Stato americano, Parlamento europeo, Comitato delle Nazioni Unite sui diritti dell'infanzia, hanno denunciato la violazione dei diritti umani e del lavoro dei medici nel contesto di analoghe assunzioni».
È quanto scrive l’europarlamentare Laura Ferrara (M5s) in una lettera indirizzata al presidente della Regione Calabria.
«In particolare, - aggiunge - il Parlamento europeo ha così condannato le missioni mediche cubane all’estero come forma di schiavitù nella sua risoluzione del 10 giugno 2021: "I. considerando che la risoluzione 168 del 2010 del ministero del Commercio internazionale e degli investimenti esteri di Cuba impone a tutti i dipendenti civili che lavorano all'estero per lo Stato o per imprese statali, incluso al personale medico, obblighi e doveri ingiustificati che violano la dignità umana e i più basilari diritti umani fondamentali; che il codice penale cubano punisce con una pena detentiva di otto anni tutti i dipendenti civili che non completano le missioni mediche o che decidono di non fare ritorno a Cuba; che tali missioni mediche sono state classificate come una forma moderna di schiavitù secondo la Commissione interamericana per i diritti umani (IACHR) e la dichiarazione dell'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani (CUB 6/2019) sulle missioni mediche cubane ha evidenziato le condizioni di lavoro precarie e disumane del personale medico, accuse che sono state supportate da Human Rights Watch e da 622 testimonianze; J. considerando che Cuba ha ratificato le otto convenzioni fondamentali dell'OIL; che Cuba viola le convenzioni OIL 29 e 105 sul lavoro forzato;". "10. Condanna le violazioni sistematiche dei diritti umani e del diritto del lavoro commesse dallo Stato cubano nei confronti del suo personale sanitario in servizio all'estero nell'ambito di missioni mediche in violazione delle convenzioni fondamentali dell'OIL ratificate da Cuba; esorta Cuba ad attuare e rispettare in maniera efficace la Convenzione americana sui diritti dell'uomo, così come le Convenzioni 29 e 105 dell'OIL; invita il governo cubano a garantire il diritto dei cubani ad uscire dal proprio paese e a rientrarvi, anche per i dottori che partecipano a missioni mediche all’estero, in linea con le norme internazionali in materia di diritti umani;...”».
«Allo stesso modo, - continua - il Parlamento europeo ha rinnovato la sua condanna nella risoluzione del 16 settembre 2021, al punto M): "considerando che lo Stato cubano continua a violare sistematicamente i diritti umani e il diritto del lavoro del suo personale sanitario in servizio all'estero nell'ambito di missioni mediche, il che porta le Nazioni Unite a equiparare tali missioni a una forma di schiavitù moderna;". Come dimostra l'accordo quadro sottoscritto dalla Regione Calabria e la stessa CSMC S.A., approvato con DCA n. 87 de 17/08/2022, le modalità di pagamento mensile per i servizi forniti da ciascun professionista, stabilite al punto 4.2 del suddetto accordo, rischiano di perpetuare gravi forme di sfruttamento lavorativo. Si stabilisce, infatti, che a fronte di 4.700 euro mensili, solo 1.200 euro saranno pagati direttamente dalla Regione a ciascun professionista mentre la rimanente somma di 3.500 euro sarà versata a CSMC S.A. In altre parole, la maggior parte dello stipendio (circa il 75%) viene trattenuto a beneficio di una società che esegue la volontà del Governo cubano, una situazione inedita nel contesto di un’assunzione di professionisti destinati a fornire i propri servizi in ambito medico».
«Inoltre – spiega - i Presidenti degli Ordini dei Medici e degli Odontoiatri della Calabria hanno espresso forti perplessità in merito alle garanzie di qualità nell’assistenza che dovrà essere fornita dagli operatori sanitari cubani. Notevole rilevanza hanno le procedure per la verifica ed il riconoscimento, da parte del Ministero della Salute, dei titoli conseguiti in paesi stranieri in ambito sanitario, fondamentale per l’esercizio della professione in Italia, nonché la conoscenza adeguata della lingua italiana. Nonostante l’indiscutibile carenza di personale sanitario operante in Calabria, è inammissibile ovviare a tale problema con il reclutamento di operatori sanitari cubani attraverso modalità e condizioni che rischiano sia di recare pregiudizio alla tutela della salute dei cittadini sia di rendere la Regione partecipe di gravi forme di sfruttamento lavorativo e schiavitù moderna».