Nuovo ospedale pronto entro un anno? «Bene Occhiuto, adesso serve ragionare sui suoi contenuti»
Cosa sarà il nuovo nosocomio di Insiti? Quali servizi sanitari ospiterà? Che fine faranno le strutture del "Compagna" e del "Giannettasio"? Quale sarà la mobilità a suo servizio? L'ex deputato Dima: «Partire adesso per non arrivare impreparati»
CORIGLIANO-ROSSANO – Ritorna d’attualità il dibattito attorno al costruendo nuovo ospedale della Sibaritide. Quella che fino a qualche anno fa sembrava essere destinata ad essere solo una chimera e – probabilmente – anche la più grande tra le promesse mai mantenute nei confronti del popolo del territorio ionico, oggi ritorna ad avere un perché e ad attirare gli interessi dei cittadini.
Pochi giorni fa siamo tornati sui cantieri di Insiti dove sono a lavoro tecnici, uomini e mezzi dell’azienda concessionaria dell’opera, la D’Agostino srl, per constatare lo stato di avanzamento della struttura che pare seguire perfettamente le tappe del cronoprogramma.
Appena ieri, invece, abbiamo registrato la posizione del governatore della Calabria (nonché commissario ad acta per la sanità), Roberto Occhiuto, che alla folta e attenta platea del Festival delle Serre a Cerisano ha scandito un tempo preciso sull’ultimazione della struttura: «Sarà pronta entro il prossimo anno».
Due buone notizie, insomma, arrivate a distanza ravvicinatissima l’una dall’altra che da un lato hanno riacceso - seppur ancora tiepidamente – l’entusiasmo della gente e dall’altro hanno innescato le “dinamiche” della politica, che si spera possa tenere alta e vigile l’attenzione fino all’apertura definitiva delle porte del nuovo ospedale.
Ragionare su contenuto e prospettive
«Se fra un anno l’ospedale di Insiti sarà pronto credo sia opportuno iniziare a ragionare sui servizi e le specialistiche che questa struttura sanitaria dovrà accogliere al suo interno». A dirlo è Giovanni Dima, già deputato della Repubblica, ex assessore regionale all’agricoltura, convinto sostenitore del processo di fusione e oggi dirigente e voce autorevole all’interno di Fratelli d’Italia in Calabria.
Una questione non di poco conto, quella sollevata dall’ex parlamentare, che ovviamente va in linea con quello che dovrà essere il sistema di efficienza del nuovo nosocomio. Certo – ribadiamo – il fatto che oggi se ne ritorni a parlare, anche se in prossimità di un appuntamento con le urne importantissimo anche per le dinamiche della Calabria, potrebbe sembrare roba da campagna elettorale. Ma su questo Dima smorza subito la polemica: «Parliamo di un’infrastruttura che è stata ferma nelle carte per oltre 10 anni. Attorno ad essa – precisa – si sono create due fazioni: quelli che ci hanno sempre creduto e quelli che, al contrario, hanno sempre sollevato dubbi, incertezze e perplessità. Senza colore politico, a destra come a sinistra. Io – sottolinea - sono stato tra quelli che ha sempre puntato su questa grande opera che rappresenta una speranza per il territorio della Sibaritide».
Fatta la «doverosa premessa», che sgombrerebbe il campo da faziosità o prese di posizione di parte, Giovanni Dima – da sempre più avvezzo al dialogo che alla polemica – torna al punto focale: cosa fare del nuovo ospedale? Una domanda che ci poniamo da tempo. «Sicuramente – dice laconico – serve organizzazione». Serve ora per non arrivare impreparati domani quando sarà in piedi la struttura del nuovo nosocomio. «Conosciamo ormai benissimo la conformazione della struttura, che sarà al centro della nuova città, e credo rappresenterà l’input principale per avviare, proprio da Insiti, la programmazione urbanistica della nuova città». Attorno al nuovo ospedale nasceranno inevitabilmente nuovi servizi e anche nuovi nuclei abitativi che domani faranno da anello di congiunzione tra i due centri urbani.
Il destino del "Compagna" e del "Giannettasio"
«Dato per assunto che nella prima fase dalla sua entrata in funzione il nuovo ospedale avrà le funzioni di uno spoke, bisogna capire quali saranno allora i suoi contenuti in termini di prestazioni e servizi. Ed è necessario parlarne subito e aprire adesso la discussione». Così come sarà opportuno iniziare a ragionare sul riutilizzo delle due strutture ospedaliere di Corigliano e Rossano, il “Compagna” ed il “Giannettasio” che certamente non potranno essere lasciate vuote al centro dei due centri urbani. Cosa ne faremo? A cosa saranno destinate? «Certo – aggiunge Dima – è necessario programmare. Ecco perché serve un confronto e una discussione ampia e costruttiva da subito per non arrivare impreparati».
La mobilità a servizio del nuovo ospedale
Così come occorre aprire con immediatezza un dibattito sui sistemi di mobilità a servizio del nuovo nosocomio. «Certo – precisa l’ex assessore regionale – sarà importante non tenere isolato il nuovo ospedale dai centri urbani della città e dal resto del territorio. E questo lo si ottiene – spiega – rimodulando il trasporto pubblico su gomma con nuove corse ma anche quello su rotaia». A proposito. «Sarebbe il tempo e l’occorrenza – precisa Dima – considerato che è in atto l’opera di riqualificazione strutturale della linea ferroviaria jonica, chiedere a Rfi, attraverso la Regione Calabria, che nell’upgrade del tracciato venga realizzato uno scalo ferroviario proprio all’altezza del nuovo ospedale con l’istituzione di treni-navetta dedicati che aprirebbero la strada ad un altro progetto, quello della metropolitana di superficie, chiuso nei cassetti ormai da diverso tempo».
Le vie di terra, le strade e la nuova statale 106
E poi, non ultima, c’è la grande questione della Statale 106 che sembrerebbe anch’essa legata a doppio filo alla nascita del nuovo ospedale come elemento imprescindibile per garantire tempi di intervento più rapidi. «Abbiamo una proposta di tracciato – dice Dima – che farebbe passare la nuova strada a 4 corsie vicinissima al nuovo ospedale. Anche in questo caso bisognerebbe accelerare l’iter in corso non solo per fornire la terza città della Calabria di una strada moderna e sicura ma anche per consentire agli utenti dello Jonio di raggiungere in tempi certi quella che fra qualche mese diventerà la struttura sanitaria di riferimento dell’intera Sibaritide». Non solo. «Prima di tutto - aggiunge Dima - sarebbe opportuno sbloccare da subito la fase progettuale della nuova strada di Insiti e procedere, quindi, ormai immediatamente alla sua realizzazione».
Insomma, è il momento della concertazione, nell’assunto che l’ospedale di Insiti si farà e che sarà – finalmente – una certezza per il territorio della Calabria del nord-est… Speriamo!