"Per la Rinascita di Longobucco" diffida il sindaco sull’acqua potabile: i consiglieri chiedono chiarezza
Al centro della vicenda vi sarebbero alcune analisi dell’ASP di Cosenza che avrebbero evidenziato valori alterati e superiori ai limiti consentiti dalla normativa vigente
LONGOBUCCO - È scontro istituzionale a Longobucco sulla gestione dell’informazione relativa alla potabilità dell’acqua. I consiglieri comunali Eugenio Celestino, Lara Grillo, Giuseppe Forciniti, Antonio Perri e Salvatore Caruso hanno protocollato una formale diffida nei confronti del sindaco Giovanni Pirillo, chiedendo una risposta all’interrogazione presentata il 17 novembre scorso e rimasta, secondo quanto dichiarano, senza riscontro nei termini di legge.
Al centro della vicenda vi sarebbero alcune analisi dell’ASP di Cosenza che avrebbero evidenziato valori alterati e superiori ai limiti consentiti dalla normativa vigente. I consiglieri contestano la mancata pubblicazione di tali dati e l’assenza di ordinanze sulla potabilità dell’acqua risalenti allo scorso 4 settembre, circostanze che, a loro avviso, avrebbero impedito ai cittadini di essere correttamente informati su un tema delicato come la salute pubblica.
Nella diffida, inviata anche all’ASP di Cosenza – Dipartimento di Prevenzione UOS SIAN Ambito Jonio – e al Prefetto di Cosenza, i firmatari ricordano che l’articolo 43 del Testo Unico degli Enti Locali e lo Statuto comunale impongono al sindaco l’obbligo di rispondere alle interrogazioni consiliari entro 30 giorni. Il mancato riscontro, sostengono, rappresenterebbe una violazione dei principi di trasparenza, buon andamento e collaborazione istituzionale, oltre a ostacolare l’esercizio delle prerogative connesse al mandato elettivo.
I consiglieri parlano di «gravi inadempimenti» rispetto agli obblighi di informazione e sottolineano come tale situazione possa aver esposto la cittadinanza a un potenziale rischio per la salute, generando al contempo un clima di incertezza e preoccupazione sulla qualità dell’acqua distribuita nelle abitazioni.
Con l’atto formale, datato 22 dicembre 2025, viene concesso al sindaco un termine perentorio di 15 giorni per fornire una risposta completa e circostanziata all’interrogazione, da trasmettere anche via PEC. In assenza di riscontro, i consiglieri annunciano l’intenzione di tutelare le proprie prerogative nelle sedi istituzionali competenti e, se necessario, in quelle giurisdizionali e amministrative. La vicenda resta ora in attesa delle determinazioni del primo cittadino.