Mazza propone la nascita di un Consorzio interregionale per l’Arco Jonico: Calabria, Lucania e Puglia
«Creare un’aggregazione pubblico-privata Crotonese e Sibarita e le aree del Golfo. Mettendo in rete le specifiche peculiarità di ogni Comune e di ogni ambito si concorrerà a costruire benessere per tutti»
CORIGLIANO-ROSSANO - «Lungo la Costa degli Dei si è proceduto a costituire un Consorzio dei Comuni rivieraschi finalizzato a creare un brand di richiamo turistico internazionale. Un'idea originale, innovativa ed al passo con i tempi. Un'apertura alla condivisione ed alla comunione delle idee progettuali per Comunità legate da affini interessi. Ne avevo parlato già da fondatore e portavoce per il Comitato Magna Graecia, ma vorrei ribadire la necessità di immaginare, almeno per le Comunità rivierasche dell'Arco Jonico, quali benefici potrebbero arrivare se mutuassimo un'operazione di tale portata nel contesto della Calabria del nord est. E, successivamente, consolidato un brand turistico importante nella Regione aprirci all'ambito della baia calabro-appulo-lucana».
È quanto scrive in una nota stampa Domenico Mazza, candidato al collegio camerale uninominale CO-RO-KR per la federazione Azione-Italia Viva.
«Andrà pianificato un Ente, - spiega - riconosciuto da regolare statuto, che si occuperà di creare presupposti di crescita, tutti indirizzati all’evoluzione dei territori di competenza e all’implementazione delle loro potenzialità: dal turismo alle infrastrutture, dalla cultura agli insediamenti produttivi, dalla tutela dell’ambiente marino alle risorse idriche. Il Consorzio, infatti, in diritto, è un istituto giuridico che disciplina un’aggregazione volontaria legalmente riconosciuta che coordina e regola le iniziative comuni per lo svolgimento di determinate attività di impresa, sia da parte di Enti privati che da parte di Enti pubblici. Un grande contenitore di 23 Enti comunali allocato lungo la linea di costa del Crotonese, della Sibaritide, che una volta consolidato si apra alle rimanenti 30 Comunità rivierasche del Metapontino, del Tarantino e del Salento Jonico. Si parte dalla porzione jonica più a levante della Calabria per poi coinvolgere Lucania e Puglia. Tre Distretti Agroalimentari di qualità. Un numero indefinito di siti archeologici, senza considerare le aree dall’incommensurabile valore storico. Il tutto costellato da 24 portualità tra navali, mercantili e nautica da diporto. Quattrocento km di costa con caratteristiche uniche e dalla particolare conformazione ad arco che, sostanzialmente, dimezza i tempi di percorrenza nautica tra un lembo e l'altro».
«Si colmerebbe, così, - aggiunge - il ritardo infrastrutturale terrestre che il territorio in questione vive. Il tutto inquadrato nel più ampio contesto del Mediterraneo dove l’area si configura come una piccola ed unica baia che assembla spiagge ampie e sabbiose a distese argillose, attrezzabili a riviera, con porzioni a falesia. Un unico grande contenitore turistico capace di accrescere l’offerta di lavoro venendo incontro alla elevata domanda della stessa. Viepiù costituendo un reale deterrente alla piaga dello spopolamento che impatta, senza soluzione di continuità, tutti i territori compresi tra il Crotonese e l'estremità pugliese di ponente. Una sinergia progettuale tra Enti per avviare prospettive basate sulla sussidiarietà. Per fare tutto ciò è necessaria una visione. In assenza di questa si continuerebbe a brancolare nel buio. Infine, avremmo bisogno di tanto coraggio nelle scelte politiche. Queste dovrebbero avere l'audacia di sfidare gli schemi superati dal tempo e dai fatti che, ad oggi, non hanno portato particolari miglioramenti se non fumo negli occhi, chiacchere e parole al vento. Solo così potrà essere disegnato un futuro promettente per gli ambiti che costituiscono l'Arco Jonico. Un futuro in cui il territorio si candiderebbe, di diritto, ad essere la Riva Blu del Continente. Una magnifica marca territoriale capace di attrarre gli stakeholders principali del settore turistico. Potenzialmente il più grande sistema turistico-ricettivo che il Mezzogiorno, l'Italia e l'Europa abbiano mai conosciuto. Contrariamente, l'agognato sviluppo dell'offerta ricettiva, per i Comuni che si affacciano sulla baia, soprattutto per quelli del versante calabrese, resterà la solita chimera».
«Già oggi – continua - il complesso delle strutture alberghiere presenti tra Cutro, Isola, Crotone e Corigliano-Rossano, Sibari, Villapiana se assemblato in uno sistema integrato regionale, rappresenterebbe il complesso con la maggiore ricettività dell'intera Calabria. Tuttavia si continua a ragionare inquadrati in schemi superati senza cogliere le opportunità che potrebbero derivare dalle idee progettuali basate sulla coesione territoriale di aree ad interesse comune. Alcuni fra i più importanti ambiti turistici italiani ed europei, non hanno guardato agli interessi del singolo Comune o alla logica perimetrale del riferimento amministrativo. Hanno investito su apparati pluriterritoriali concorrenti, in ogni loro parte, a formare un mosaico sistemico. Quando parliamo di Costa Azzurra, Costa del Sol, Gargano, Costiera Amalfitana, Veneto, Sardegna, non ci riferiamo, semplicemente, a Montecarlo, Malaga, Vieste, Amalfi, Venezia o Porto Cervo. Queste realtà hanno costruito sistemi integrati coniugando le peculiarità di più ambiti e Comunità aggregandole in un minimo comune denominatore: il territorio».
«E stessa cosa – incalza - dicasi per l'Arco Jonico che per complessità e conformazione geografica non può essere ricondotto solo alla Sibaritide o al Crotonese, ma dovrà aprirsi alla comunione e Coesione territoriale tra i due lembi del territorio. Quindi aprirsi al Metapontino, a Taranto e al Salento di ponente. Quanto detto sarebbe da considerarsi come sistema che, senza soluzione di continuità, parte da Capo Rizzuto e si estende fino a Punta Leuca seguendo, pedissequamente, il perimetro di baia. Qui sta l'essenza del ragionamento perché in quest'ultima è concentrato il potenziale territoriale, non in una parte di essa. Quando lungo l'Arco Jonico sarà compreso che è la somma a fare il totale e non il singolo fattore, probabilmente, risulterà chiaro quanto vitale sia un'idea protesa all'interregionalità».
«Mettendo in rete le specifiche peculiarità di ogni Comune e di ogni ambito si concorrerà a costruire un piano progettuale integrato recante ricchezza e benessere per tutti. L'unico in grado di generare un aumento considerevole dell'offerta di lavoro. Il resto sono solo chiacchere e pensieri vuoti che lascio volentieri ai miei competitor. Anche perché riguardo palliativi e aleatorie proposte, costoro, sono davvero imbattibili. Peccato che il centralismo, i partiti tradizionali, guardano questo progetto come una minaccia alla gestione di un proprio piccolo potere consolidato, senza comprendere la valenza di una programmazione che produce lavoro, nuova economia, sviluppo e occupazione» conclude.