«Che fine ha fatto lo Statuto?» I dubbi amletici che aleggiano su Corigliano-Rossano
A "rispolverare" una questione di cui ormai non si conosce fine è il consigliere di Azione, Mattia Salimbeni: «La commissione Statuto è di nuovo sparita dai radar e, con essa, anche la discussione sul pilastro fondamentale della Città Unica»

CORIGLIANO-ROSSANO - «Che fine ha fatto lo Statuto?» È uno dei punti di domanda, un dubbio ambletico, che aleggia sulla grande Corigliano-Rossano. Una città che, ormai a distanza di 5 anni dalla sua nascita, non ha ancora una sua carta statutaria, un regolamento, un disciplinare, un elenco di paletti in cui far muovere l'elefantiaca macchina burocratica e istituzionale.
A rispolverare una vicenda che ormai va e viene, si accende e si spegne ad intermittenza, come le luci di Natale, è il consigliere comunale Mattia Salimbeni, di recente passato tra le fila di Azione. Che mette in evidenza come la commissione Statuto sia di nuovo «sparita dai radar e, con essa, anche la discussione sul pilastro fondamentale della Città Unica».
«Dopo un piccolo periodo di attività, promosso all'esordio della presidente Monaco - precisa ancora Salimbeni - la commissione è ritornata nel limbo della stagnazione. Non si riunisce da tre mesi. Questa inattività coinvolge anche il concorso per lo stemma ed il gonfalone comunale che, trascorsi due mesi dai termini per la presentazione delle domande, ancora aspetta la nomina della commissione esaminatrice».
Quella che si da all'esterno, per il consigliere comunale ex forzista, è «un'immagine pessima di Corigliano-Rossano, di una Città incapace di dotarsi persino di uno strumento elementare come lo Statuto».
Pare che la commissione straordinaria dovrebbe riunirsi per i primi di ottobre. «Bene - sottolinea Salimbeni - ma non possiamo pensare di riunire la commissione a cadenza trimestrale. Bisogna calendarizzare le riunioni e velocizzare il processo di approvazione. Senza un minimo di continuità - aggiunge - non sarà mai possibile addivenire all'approvazione di un testo adeguatamente partecipato e condiviso. Di questo passo, temo si arriverà per il rotto della cuffia con un testo scritto da mani ignote e propinato, alla commissione prima e al Consiglio poi, da una maggioranza sempre più risicata».
«Sarebbe l'atto finale di una costante delegittimazione istituzionale dei Consiglieri eletti e delle istituzioni cittadine, che - prosegue nel suo chiaro j'accuse all'Esecutivo Stasi - consegnerebbe questa amministrazione alla storia come la più opaca e la più impermeabile al confronto mai vista prima. Mi auguro che la Presidente Monaco possa riprendere presto il cammino della Commissione Statuto e dimostrare con i fatti - conclude - di essere un vero elemento di discontinuità rispetto alla passata gestione: incapace di scrivere anche solo un rigo di Statuto, un totale fallimento».