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Non tirano più nemmeno le elezioni comunali: calo netto dei votati nella Sibaritide-Pollino

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CORIGLIANO-ROSSANO – Non è solo la debacle referendaria che in Italia, così come in Calabria e nel territorio della Sibaritide-Pollino, ha fatto registrare il minimo storico di affluenza dall’istituzione di questo importante strumento di partecipazione democratica. Anche le elezioni Amministrative, che un tempo muovevano le grandi masse ai seggi, desiderose di scegliere il proprio sindaco e i consiglieri comunali del loro comune, hanno fatto flop.

Un vero e proprio fiasco che nelle 7 realtà al voto nel comprensorio della Calabria del nord-est si traduce con una media del -5% di affluenza rispetto alle precedenti elezioni. In questo calcolo fa eccezione la sola e piccolissima Castroregio che, invece, ha fatto registrare un solido +7% rispetto alle amministrative 2017 (quando di fatto la lista del sindaco Adduci ebbe difronte una lista civetta che prese solo 6 voti).

Insomma, siamo di fronte ad una vera e propria anestetizzazione della democrazia.

I cittadini sono sempre più lontani dalla vita politica del Paese e delle loro comunità. Non è solo la disaffezione e la sfiducia nei confronti degli apparati dei partiti ad influire in questa corsa discensionale lungo un declivio costante e senza ostacoli. Oggi ad incidere più di tutto e di tutti sono le paure che gravitano attorno e dentro la nostra società. La paura del Covid, che ormai ha terrorizzato tutti e ha creato una piaga di “a-socialità” difficilmente sanabile (basti pensare che ancora oggi c’è gente che inspiegabilmente viaggia da sola in macchina, con un caldo asfissiante, indossando la mascherina); il terrore della guerra dietro la porta di casa; l’orrore di piombare a breve in una crisi economica epocale che possa mettere in ginocchio le famiglie e possa resettare il ceto medio. In questo clima, quindi, che nutre le oligarchie, i cittadini sono sempre più disinteressati alla vita pubblica e disorientati. Alle persone non importa più nulla dell’interesse collettivo se in bilico e a rischio c’è la propria sopravvivenza sociale. Un dato al quale chi oggi governa gli apparati dello Stato dovrebbero guardare con più attenzione.

E tutto si rispecchia nei dati. A parte il “non fascino” del referendum è emblematica, ad esempio, l’affluenza che si è registrata a Corigliano-Rossano per la scelta sui 5 quesiti sulla giustizia: è andato a votare solo il 5.89% degli aventi diritto (3.338 persone su un corpo elettorale che ne conta quasi 60mila). Una delle medie più basse della Calabria.

Il picco di astensionismo al referendum però nella nostra regione è stato raggiunto nel comune di Crosia dove alle urne si è recato solo il 4.85% degli aventi diritto (351 votanti su 7.230). Subito dopo Scala Coeli con il 4.92% (35 votanti su 711 aventi diritto).

Andando nei sette comuni dove si celebravano anche le elezioni amministrative il risultato, dicevamo, non cambia. Anzi, rispetto alle precedenti consultazioni peggiora. Il Comune più grande al voto è stato Trebisacce (ne abbiamo parlato qui) e anche qui, nonostante alle urne si sia recato il 64,44% degli elettori si è registrano un calo di 5 punti rispetto alle precedenti consultazioni. A seguire Saracena dove su 4.453 aventi diritto hanno votato solo 2.357 persone (52.93% rispetto al 57.25% della scorsa tornata amministrativa). Stesso identico discorso per Longobucco. Nella città della tessitura alle urne si è recato il 44.40% degli aventi diritto (1.819 persone su un corpo elettorale che ne conta 4.097) rispetto al 51.60% delle precedenti consultazioni. Ancora più ampio il divario a Mormanno dove nel 2017 aveva votato il 52.45% degli aventi diritto e ieri solo il 45.12% (1.767 persone), con uno scarto di oltre 7 punti percentuali. Ancora, a Pietrapaola hanno votato 757 elettori su 1.509 aventi diritto (50.10% rispetto al 53.84% delle scorse elezioni); a Plataci hanno votato 481 elettori su 1.108 aventi diritto (43.41% rispetto al 48.46% delle scorse elezioni); a Castroregio, invece, gli elettori sono stati 162 su 284 aventi diritto: il 57.04% rispetto al 50% netto delle ultime consultazioni.

Marco Lefosse
Autore: Marco Lefosse

Classe 1982, è schietto, Idealista e padre innamorato. Giornalista pubblicista dal 2011. Appena diciottenne scrive alcuni contributi sulla giovane destra calabrese per Linea e per i settimanali il Borghese e lo Stato. A gennaio del 2004 inizia a muovere i passi nei quotidiani regionali. Collabora con il Quotidiano della Calabria. Nel 2006 accoglie con entusiasmo l’invito dell’allora direttore de La Provincia, Genevieve Makaping, ad entrare nella squadra della redazione ionica. Nel 2008 scrive per Calabria Ora. Nell’aprile 2018 entra a far parte della redazione di LaC come corrispondente per i territori dell’alto Jonio calabrese. Dall’1 giugno del 2020, accoglie con piacere ed entusiasmo l’invito dell’editore di guidare l’Eco Dello Jonio, prestigioso canale di informazione della Sibaritide, con una sfida: rigenerare con nuova linfa ed entusiasmo un prodotto editoriale già di per sé alto e importante, continuando a raccontare il territorio senza filtri e sempre dalla parte della gente.