A Co-Ro «concezione viziata della democrazia. Il “non” Statuto è il peggior fallimento della maggioranza Stasi»
Olivo (Udc): «Il non essere riusciti in tre anni a consegnare alla nuova città quel fondamentale Statuto che, doveva essere presentato entro 6 mesi dall’insediamento rappresenta un fallimento nel fallimento»
CORIGLIANO-ROSSANO - «Il non essere riusciti in tre anni a consegnare alla nuova città quel fondamentale Statuto che, per legge, doveva essere presentato entro 6 mesi dall’insediamento dell’amministrazione comunale rappresenta un fallimento nel fallimento: quello se possibile più grave dal punto di vista istituzionale, sociale e culturale nella cornice della disfatta su tutta la linea di una generazione e di una fase politica che i cittadini di Corigliano-Rossano non vedono l’ora di archiviare definitivamente».
È quanto dichiara il consigliere comunale Udc Adele Olivo definendo goffo e sconclusionato il tentativo della maggioranza consiliare che ancora sostiene l’esecutivo, di mistificare e respingere la propria documentata incapacità rispetto al mancato appuntamento storico con lo Statuto della città: la più importante delle priorità e sfide post fusione, rispetto alla quale l’attuale classe politica si è confermata del tutto inadatta, improvvisata ed irresponsabile.
«Chiarendo preliminarmente di non far parte della commissione Statuto, la Olivo coglie l’occasione per ricordare che la vera questione politica sullo Statuto, sulla quale sindaco, amministrazione e maggioranza hanno certificato inerzia e latitanza totali è, tra le diverse proposte dell’opposizione mai prese in esame (dalla selezione dei saggi alla struttura più snella del testo), quella dei municipi elettivi; una precisa opzione democratica, partecipativa e di protagonismo civico territoriale indicata nella stessa legge sulla fusione ma - scandisce la consigliera - divenuta il vero ed ingestibile incubo per i rivoluzionari della vernice. Ecco perché - aggiunge - questa importantissima commissione è stata istituita un anno dopo l’esito del voto e, circostanza ancora più grave, non si riunisce da un anno e mezzo, per sole negligenza e insipienza di chi avrebbe dovuto essere, ma non è stata, classe dirigente in tutti i sensi».
«Dimostrando - prosegue - di avere una viziata concezione dello stesso metodo democratico e quindi dei distinti e diversi ruoli di governo e di controllo che, nelle istituzioni rappresentative, competono alle maggioranze ed alle minoranze, soprattutto sulla redazione ed approvazione dello Statuto, invece di ammettere le proprie responsabilità si tenta ancora di confondere con ricostruzioni strampalate quello che agli occhi di tutti resta, invece, l’evidente vuoto decisionale dimostrato dalla coalizione Stasi, su tutto d’altronde. Nelle istituzioni democratiche si vota e si sceglie a maggioranza, così come si viene eletti e scelti e maggioranza dagli elettori. Dove sta lo scandalo? Ma di quale altra democrazia parlano a vanvera? Ma quale sarebbe questa presunta strada diversa scelta per la nuova Città? Quella della demagogia e del populismo?»
«Tutti sanno che non vi è stato, infatti, alcun impedimento di nessun tipo: se solo fosse stata d’accordo con se stessa, superando stalli e paralisi su tutto, la maggioranza avrebbe potuto regolarmente e celermente approvare lo Statuto comunale; anche - sottolinea il consigliere comunale - senza la indicazione del componente dell’opposizione, attesa la non obbligatorietà - conclude la Olivo - di colmare un irrilevante vuoto numerico determinato, per altro solo di recente e dal rimpasto di giunta voluto dallo stesso Stasi, ovvero dalle dimissioni della presidente della commissione Statuto Salimbeni, transitata nell’esecutivo».