Tribunale di Corigliano-Rossano, la politica regionale unita ne chiede la riapertura
Tavernise (M5s): «Quella che si è consumata oggi, è una pagina importante. La riforma della geografia giudiziaria, voluta nel 2012 dal governo, ha fallito gli obiettivi prefissati»
REGGIO CALABRIA – «Quella che si è consumata oggi, nella commissione affari istituzionali della Regione Calabria, che ha approvato col consenso di tutte le forze politiche presenti, la "Proposta di legge al Parlamento recante: ''Modifiche al Decreto Legislativo 7 settembre 2012, n. 155 (Nuova organizzazione dei Tribunali Ordinari e degli Uffici del Pubblico Ministero, a norma dell''articolo 1, comma 2, della Legge 14 settembre 2011, n. 148) e successive modifiche (articolo 121, secondo comma, della Costituzione)'' a prima firma Giuseppe Graziano, è una pagina importante di unione di tutta la politica regionale, impegnata a restituire ai calabresi quei diritti sociali, che una politica debole ha consentito venissero sottratti. Tra i diritti negati, la giustizia. Tra i territori colpiti e scippati, quello di Corigliano-Rossano e della sibaritide tutta. Oggi la politica regionale calabrese offre al Parlamento l'occasione di fare giustizia, riparando un torto che pesa ancora e gravemente su una comunità di 150.000 persone circa».
È quanto scrive in una nota stampa Davide Tavernise Capogruppo M5S, Consiglio Regionale della Calabria che così continua: «Le Regioni interessate, sulla base di apposite convenzioni con il Ministero della Giustizia, possono chiedere il ripristino della funzione giudiziaria, quindi dei Tribunali e delle Procure della Repubblica soppressi dall'articolo 1 del decreto legislativo 155/2012. Per contenere la spesa pubblica, le spese di gestione e manutenzione degli immobili, e di retribuzione del personale di custodia e vigilanza delle strutture, sono integralmente a carico del Bilancio della Regione richiedente. Rimangono a carico dello Stato le spese relative alla retribuzione dei magistrati, del personale amministrativo e di polizia giudiziaria. Questi sono gli elementi fondamentali della proposta di legge al Parlamento approvata oggi in commissione affari istituzionali della Regione Calabria».
«La riforma della geografia giudiziaria, voluta nel 2012 dal governo, ha fallito gli obiettivi prefissati. Nessun risparmio di spesa, perché sono aumentati a dismisura i costi per il diritto di accesso alla giustizia. Nessuna maggiore efficienza della giurisdizione, anzi si è ulteriormente congestionato il presidio accorpante, rallentando in modo pauroso l'attività giudiziaria in territori in cui la giustizia dovrebbe essere un servizio fondamentale e prioritario. Quanto accade quotidianamente nella sibaritide, e di più a Corigliano-Rossano, soggetta a episodi di recrudescenza criminale, con omicidi di mafia e continui atti incendiari, rappresenta la prova provata di quanto in sostanza la riforma giudiziaria abbia sancito semplicemente la ritirata dello Stato in territori dove più forte dovrebbe essere, invece, la sua presenza» conclude.