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Provinciali '22: il suicidio perfetto del centrosinistra e… di Stasi. La strategia del centrodestra

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CORIGLIANO-ROSSANO – Le elezioni per la presidenza della provincia di Cosenza sono state il suicidio perfetto per il centrosinistra: il cappio lo ha stretto Stasi mentre la corda l’ha portata il centrodestra. Uno scenario descritto sicuramente in modo macabro ma che rende benissimo l’idea. Del resto la Succurro, che non partiva affatto con il favore dei pronostici, ha realizzato il suo gioco migliore condito di vecchie e consolidate regole, come il dividi et impera, e probabilmente studiando il patibolo dell’avversario tutto e nel dettaglio.

La storia della disfatta del centrosinistra (e della vittoria del centrodestra) nasce dal grande rifiuto del Partito Democratico a concedere la candidatura unitaria del centrosinistra al sindaco di Corigliano-Rossano, Flavio Stasi. Che questa candidatura forse l’aspettava da tempo, quasi come un’investitura, soprattutto dopo aver portato all’interno dei dem una buona dose di consensi (mai confermata) già in occasione delle regionali e, poi, anche durante le ultime elezioni per il rinnovo del Consiglio provinciale del 18 dicembre scorso (qui il voto è stato più palese). L’errore, il grande errore di Stasi – che nel frattempo in questi mesi aveva tenuto tanti e diversi incontri con i vertici del Pd nazionale, non ultima una cena a Co-Ro con Francesco Boccia – è stato quello di non mostrare mai pubblicamente le carte. Il sindaco della terza città della Calabria non ha mai palesato ufficialmente il suo feeling con i democrat. E questo perché non glielo consentiva la sua personale storia politica ma forse anche per un certo narcisismo (sempre politico). Più convinto di essere lui funzionale al Pd e non viceversa.

I democratici di Letta non si sono fidati e hanno deciso – anche per altri algoritmi interni alle dinamiche del partito – che fosse più conveniente puntare su “l’usato garantito” e non “sul nuovo prima serie” (non si sa mai che difetti palesi alla lunga). È così che l’11 febbraio scorso, lo stesso Francesco Boccia, dalla segreteria nazionale di via del Nazzareno annuncia che il candidato del Pd e del centrosinistra sarebbe stato Ferdinando Nociti, sindaco di Spezzano Albanese e già presidente facente funzioni della Provincia di Cosenza (prese il posto del dimissionario Iacucci).

Stasi è fuori ma non demorde, affila le armi, prepara una campagna elettorale a suo modo, colpendo nell’orgoglio e nell’animo (così come aveva fatto nella tornata elettorale del 2019 che lo vide vincitore contro tutto e tutti a Corigliano-Rossano). Populismo a go-go e penna in mano inizia a raccogliere le firme per la sua candidatura.

Ed è qui che entra in gioco il centrodestra. Che a fine febbraio mette in campo la strategia migliore: Nociti, senza avere tra le scatole Stasi, potrebbe vincere a mani basse; Stasi è in difficoltà con le firme; la candidatura della Succurro, invece, è blindata ma ha poca forza propulsiva.

Alla chetichella e senza troppo fracasso, un’ala del centrodestra si stacca  e “a umma a umma” porta qualche firma a Stasi. Su tutti ci sono i consiglieri comunali di Co-Ro, Costantino Baffa e Raffaele Vulcano, e poi anche la corrente riferibile a Piero Lucisano, che si impegnano per la causa territoriale (la cosiddetta autodeterminazione) e insieme a loro in provincia una piccola ala di Fratelli d'italia. Stasi da parte sua, con il suo fare persuasivo, convince qualche altro (un bel numero) di consiglieri comunali e sindaci della provincia a firmare per la sua candidatura (alla fine saranno più di 300), persuaso che questo sostegno si possa palesare anche nelle urne.

Fine dei giochi: il centrodestra vince, tutto secondo i piani. E basta leggere l’esito delle elezioni per capirlo: Stasi raccoglie solo il consenso di 210 grandi elettori (rispetto agli oltre 300 che gli avevano firmato il foglio di candidatura); Nociti arriva a 29.562 consensi totali, tremiladuecento in meno rispetto alla eletta Succurro. Con i voti di Stasi, Nociti avrebbe stravinto (e viceversa). 

Cosa c’è nella genesi di questa disfatta che ammanta il centrosinistra? I democrat, in questi ultimi mesi, hanno letteralmente sedotto e abbandonato Flavio Stasi. Si sono comportati come lo scorpione che dopo essere salito sul dorso della rana per passare sull’altra sponda del fiume l’ha punta fatalmente. I soliti giochi sinistri che in Calabria fino ad oggi hanno creato solo disfatte e messo in piedi un partito litigioso e sempre diviso. Nemmeno il tempo per Nicola Irto di godersi la elezione a segretario regionale (non succedeva da tempo immemore) che ora si trova a dover ricostruire i cocci di un partito in frantumi. Soprattutto a Cosenza dove addirittura il consigliere regionale del piddì Mimmo Bevacqua, insieme a consiglieri comunali dentro o vicini l’area dem come Marisa De Rose (a Rende) e Rosellina Madeo (a Corigliano-Rossano), ha deciso di schierarsi palesemente con Stasi contro il candidato ufficiale del partito.

Tutto questo mentre il centrosinistra e Stasi “venivano suicidiati” dal gioco perfetto del centrodestra.

Marco Lefosse
Autore: Marco Lefosse

Classe 1982, è schietto, Idealista e padre innamorato. Giornalista pubblicista dal 2011. Appena diciottenne scrive alcuni contributi sulla giovane destra calabrese per Linea e per i settimanali il Borghese e lo Stato. A gennaio del 2004 inizia a muovere i passi nei quotidiani regionali. Collabora con il Quotidiano della Calabria. Nel 2006 accoglie con entusiasmo l’invito dell’allora direttore de La Provincia, Genevieve Makaping, ad entrare nella squadra della redazione ionica. Nel 2008 scrive per Calabria Ora. Nell’aprile 2018 entra a far parte della redazione di LaC come corrispondente per i territori dell’alto Jonio calabrese. Dall’1 giugno del 2020, accoglie con piacere ed entusiasmo l’invito dell’editore di guidare l’Eco Dello Jonio, prestigioso canale di informazione della Sibaritide, con una sfida: rigenerare con nuova linfa ed entusiasmo un prodotto editoriale già di per sé alto e importante, continuando a raccontare il territorio senza filtri e sempre dalla parte della gente.