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A Longobucco lo sviluppo passerà dalla montagna che è il «patrimonio del futuro»

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LONGOBUCCO - «Rispetto alla crescente consapevolezza del ruolo strategico dei centri storici e piccoli borghi dell'entroterra montano, la futura amministrazione comunale dovrà porsi come priorità quella che è una vera e propria scommessa da vincere e che potrebbe essere l'ultima vera possibilità per costruire il rilancio ecosostenibile e durevole dell'entroterra calabrese. Dobbiamo convincerci che dal patrimonio montano di questa terra, di cui Longobucco rappresenta una parte più che considerevole, passa il futuro dei territori».  

Per Katia Pellegrino e Domenico Romano, già consiglieri comunali del gruppo La Nuova Longobucco, è questa un'ambizione che trova terreno fertile, per esempio, nelle disposizioni per lo sviluppo e la valorizzazione delle zone montane, disegno di legge approvato in esame preliminare dal consiglio dei ministri su proposta del Ministero per gli affari regionali e le autonomie.

«Il ddl riconosce finalmente la centralità di tutti quei territori considerati fino a questo momento marginali, ma che sono, invece, strategici per lo sviluppo dell'intero Paese, dal punto di vista del rilancio dell'economia, del turismo, dell'occupazione giovanile e del contrasto allo spopolamento. Con il suo patrimonio paesaggistico e culturale - aggiungono - Longobucco ha tutte le carte in regola per raccogliere le opportunità che si presenteranno».

«Pellegrino e Romano colgono inoltre l'occasione per compiacersi dell'inserimento di Longobucco tra le sedi di Casa della Comunità, luogo fisico, di prossimità ed accesso al sistema di assistenza sanitaria, la cui realizzazione è prevista nell'ambito del piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Il provvedimento promosso dal Ministro per gli affari regionali e le autonomie Mariastella Gelmini, che introduce misure organiche finalizzate a favorire lo sviluppo economico e la ripresa di tanti territori che avranno l'opportunità di diventare sempre più una risorsa per il Paese, si pone l'obiettivo di contrastare lo spopolamento della montagna italiana, raccogliendo in un testo unitario e sistematico interventi normativi per la riduzione delle condizioni di svantaggio, promuovendo l'agricoltura e la gestione forestale sostenibile, l'industria, il commercio, l'artigianato e il turismo, la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale montano».

«I fattori che tiene in considerazione sono quelli relativi alla combinazione del criterio altimetrico con gli indici del calo demografico, della distanza e della difficoltà di accesso ai servizi pubblici essenziali, dei tempi di collegamento stradali o ferroviari con i centri urbani, della densità delle attività commerciali e degli insediamenti produttivi, dell'indice di vulnerabilità economica desunto dal reddito medio pro capite o del reddito imponibile medio per ettaro».

(Fonte foto motospia) 

Veronica Gradilone
Autore: Veronica Gradilone

26 anni. Laurea bis in Comunicazione e Tecnologie dell’Informazione. Mi piace raccontare le storie, non mi piace raccontare la mia