Situazione grave nella Sanità calabrese, “De Magistris Presidente” appoggia lo sciopero dell’Usb
Laghi e Lo Schiavo: «Necessari investimenti nei servizi di prevenzione e nella medicina territoriale, stabilizzazione del personale precario e nuove assunzioni a tempo indeterminato»
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CATANZARO - Il Gruppo “De Magistris Presidente” al Consiglio Regionale della Calabria ritiene giuste e fondate le motivazioni della odierna giornata nazionale di mobilitazione e sciopero nel settore della Sanità pubblica indetto dall’Unione Sindacale di Base.
In particolare in Calabria, vista le difficilissime condizioni in cui vengono attualmente erogati i Servizi sanitari e alla luce del fatto che ben prima dell’aggravamento dovuto alla situazione pandemica non si riuscivano comunque a fornire ai cittadini prestazioni adeguate, tali da garantire almeno i livelli essenziali di assistenza (LEA).
È quanto si apprende da una nota stampa congiunta di Ferdinando Laghi e Antonio Lo Schiavo
Gruppo “De Magistris Presidente” al Consiglio Regionale della Calabria.
«È perciò necessario – scrivono - invertire la rotta e attuare, con assoluta urgenza, ciò che viene rivendicato nella manifestazione odierna: investimenti nei servizi di prevenzione e nella medicina territoriale, stabilizzazione del personale precario e nuove assunzioni (a tempo indeterminato) definizione e attente verifiche della qualità dei servizi erogati, nel pubblico ma anche nel settore privato, abolizione del numero chiuso nelle università».
«Sono proprio queste – continuano - le ragioni che stanno alla base della nostra azione politica e, soprattutto, del consenso diffuso che come rappresentanti del Polo Civico stiamo ricevendo dai tanti cittadini calabresi che ci contattano e ci invitano ad andare avanti su questa strada».
«Il nostro impegno continuerà con assoluta determinazione e massima lena, anche per l’affermazione dei diritti sociali costituzionali, quale appunto quello alla salute, assieme alle tante meritorie associazioni e ai movimenti civici, sociali e sindacali che si battono per il bene comune» concludono.