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Emergenza Covid, l'ospedale di Cariati e quella conferenza dei sindaci che non si riunisce

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CORIGLIANO-ROSSANO - «La condizione in cui versano gli ospedali Spoke di Coriglino-Rossano è giunta ad un punto di non ritorno. Non è più pensabile continuare a mantenere un ospedale misto nel quale si confondono in modo pericolosamente promiscuo malati covid con degenti ordinari. L'esperimento di Stasi di creare un Polo Covid nel "Giannettasio" è miseramente fallito. E i numeri di questa disfatta sono sotto gli occhi di tutti e si palesano negli atteggiamenti dello stesso primo cittadino. Pur non avendo mai alzato le barricate contro l'idea di un centro per curare i pazienti affetti da Sars-Cov-2 nei nostri ospedali, eravamo stati chiarissimi sul fatto che bisognava assicurare massima sicurezza ai cittadini e agli operatori sanitari. Così non è stato. L'obiettivo, evidentemente, era solo quello di aprire un reparto. Nulla più».

È quanto dichiarano in un comunicato stampa i consiglieri d’Opposizione: Vincenzo Scarcello (capogruppo Udc), Gennaro Scorza (Udc), Adele Olivo (Cci), Francesco Madeo (Azione), Raffaele Vulcano (Avanguardia libera).

«Ricordiamo tutti quando, nei mesi scorsi, il primo cittadino di Corigliano-Rossano aveva "piantato le tende" nella sede dell'Azienda sanitaria di Cosenza per chiedere con insistenza prima l'apertura di una Unità operativa Covid e poi il suo potenziamento. Incontri su incontri, ingerenze politiche che avevano coinvolto persino "l'amico" Ministro della Salute (a proposito, chissà come l'ha presa Speranza la notizia del passaggio di comodo del rampollo Stasi tra le fila del Partito Democratico!) con il solo intento di raggiungere il suo personale obiettivo che, a tutti gli effetti, per come è stato gestito si è trasformato in una mannaia per i già precari servizi sanitari erogati dal "Giannettasio" e, di riflesso, anche dal "Compagna"».  

«Quante Conferenze dei Sindaci convocate da Stasi per far pressione sui vertici della sanità provinciale e regionale affinché si attuasse il piano Covid a Corigliano-Rossano. Missione compiuta, ma con pessimi risultati. Dal momento che, ancora oggi, gli ospedali spoke della nostra città, nonostante ospitino il Polo Covid (che non è solo un reparto ma dovrebbe comprendere una serie di altri servizi per separare l'utenza) sono gli unici presidi in cui tutti entrano indiscriminatamente senza alcuna selezione. Ed è così che si alimenta la catena del contagio ed è così che si infonde la paura tra i cittadini».

«Ci costa, purtroppo, che tantissime persone di questo territorio non si rivolgono più alle strutture ospedaliere perché hanno paura che entrando in Pronto soccorso o in una qualsiasi ala dei nosocomi possano infettarsi. E non si venga a raccontare la storiella che è così dappertutto perché non è assolutamente vero. Intanto, mentre c'è una possibilità concreta, così come annunciato dal Presidente della Regione Roberto Occhiuto, di aprire un ospedale dismesso del territorio da trasformare il Covid Hospital, il nostro sindaco nasconde la testa sotto la sabbia. Fa finta di niente».

«Sarebbe opportuno che convocasse oggi stesso, così come giustamente sollecitatogli dai Comitati civici per la riapertura dell'ospedale di Cariati, una Conferenza dei Sindaci della provincia per determinarsi fortemente verso l'utilizzo del nosocomio "Vittorio Cosentino". Anche perché la riconversione di una struttura ospedaliera come quella cariatese sarebbe il punto di partenza per la riapertura definitiva del presidio che agevolerebbe l'intera rete dell'offerta sanitaria del territorio».

«Non lo fa, forse perché questa soluzione rischierebbe di cancellare quella sua creatura acefala del Polo Covid del "Giannettasio". È così che un sindaco, con grandi aspirazioni di diventare Presidente della Provincia tutela i territori? Sulla emergenza Covid è calato un colpevole silenzio. E dalle dirette social asfissianti e cariche di paura, fatte nel cuore della notte come se fosse Radio Londra, si è passati al nulla totale e incomprensibile».

 

 

Veronica Gradilone
Autore: Veronica Gradilone

26 anni. Laurea bis in Comunicazione e Tecnologie dell’Informazione. Mi piace raccontare le storie, non mi piace raccontare la mia