Lega Calabria: «Necessario promuovere una legge regionale per salvare aziende balneari e posti di lavoro»
Saccomanno: «Il centrodestra unito a sostegno dei balneari dopo la sentenza shock del Consiglio di Stato che ha limitato la proroga per le attuali concessioni dal 2033 al 2023»
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CATANZARO - «Il centrodestra unito a sostegno dei balneari dopo la sentenza shock del Consiglio di Stato che ha limitato la proroga per le attuali concessioni dal 2033 al 2023! Salvini, Meloni, Gasparri e Ferro sono intervenuti nell'assemblea di Lametia per denunciare la strana decisione e per segnalare le difficoltà del settore che, all'improvviso, si troverebbe in mezzo alla strada e con la perdita sia dell'occupazione che degli investimenti eseguiti negli anni. Un impegno univoco per far valere la legge Centinaio che aveva regolato la materia in modo equo e che, invece, è stata sconvolta dalla direttiva Bolkestein e dalla citata decisione del giudice amministrativo».
È quanto si legge in una nota stampa del commissario regionale della Lega, Giacomo Francesco Saccomanno che è intervenuto all’assemblea e «nel ribadire la necessità di tutelare i balneari essendo il litorale un bene strategico del paese», ha evidenziato «la stranezza della sentenza del Consiglio di Stato che ha superato una normativa esistente andando, a parere dello stesso, oltre i propri poteri e, quindi, molto probabilmente, violando la Costituzione».
Allo stesso tempo, il Commissario ha evidenziato «la necessità, da una parte, di rivedere e integrare l'esistente legge Centinaio, e, dall'altra, di verificare la possibilità di un intervento regionale, avendo la Calabria oltre 850 chilometri di costa, con una occupazione minima da parte dei balneari».
Lo stesso ha riservato di «rivedere la questione e dare, anche, un sostegno, come cultore del diritto, alla possibile risoluzione di questo grave problema che metterebbe, in mancanza, in strada migliaia di famiglie, impoverendo i territori e ponendo, anche, la possibilità che un bene così importante e strategico possa finire in mano straniera».