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Verifiche antimafia: c'è chi esce dalla porta e tenta di entrare dalla finestra

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COSENZA - Gli impresentabili individuati al momento sarebbero cinque. Ma la conta potrebbe salire a sette. "È tutto ciò che filtra - scrive il corrieredellacalabria.it - dalle strette maglie della Commissione parlamentare antimafie presieduta da Nicola Morra. Nessun nome (come esige la segretezza della procedura in questa fase): né quelli dei potenziali candidati da “bollino rosso”, né quelli delle liste. Se ne saprà di più nelle prossime ore. Sicuramente non più tardi del prossimo 2 settembre quando saranno svelate le liste che concorreranno alle elezioni regionali e comunali del 3 e 4 ottobre 2021.

Nel frattempo però c'è chi lancia un monito affiché anche in questo caso non si perpetui la vecchia abitudine italica di raggirare l'ostacolo. E questo qualcuno è la Lega Salvini che attravers il suo commissario regionale Francesco Saccomanno lancia l'allarme su tutti quei nomi che usciti dalla porta potrebber rientrare dalla finestra. Come? Mettendo nelle liste, al loro posto, dei prestanome: amici, compari, mogli/mariti e figli.

«Le liste pulite sono state chieste dalla Lega - dice Saccomanno - per bloccare un'introduzione nella politica di soggetti vicini alla 'ndrangheta e, comunque, non adeguati ad amministrare la cosa pubblica». Un modo - a detta degli uomini del Carroccio - per cercare di limitare un andazzo degli ultimi anni che era diventato veramente intollerabile: «persone quasi sconosciute che all'improvviso sono diventate portatrici di valanghe di consensi. È inutile ripetere gli accadimenti!» 

«Le inchieste della magistratura - precisa ancora Saccomanno - sono piene di dichiarazioni di pentiti che descrivono di come il consenso sia stato acquisito grazie agli appoggi di questa o quell'altra famiglia mafiosa. Ma questo non basta! Non si può e non si deve scaricare sulla magistratura quella responsabilità che ricade sui partiti che devono avere il coraggio di eseguire un taglio netto, indipendentemente dalle risultanze dell'antimafia».

Poi il commissario leghista mette l'accento sul «problema morale» che va oltre le verifiche dell'antimafia. «I partiti devono avere il coraggio di allontanare seriamente dalla cosa pubblica il malaffare. Quindi - scandisce - non è ammissibile che il soggetto incandidabile possa essere sostituito dalla moglie, dal fratello o da un parente che possa diventare una palese simulazione di un passato insostenibile, senza di fatto nulla cambiare. E su questo che oggi la politica deve misurarsi ed interrogarsi».

«La verifica deve essere eseguita a 360 gradi ed i partiti saranno responsabili delle proprie scelte. Intanto, il centro destra ha iniziato un percorso fondamentale per ottenere dei risultati impensabili sino a qualche settimana orsono, nel mentre il centrosinistra, molto stranamente, ha evitato qualsiasi confronto ed ha proseguito nella vecchia strada. Chissà - si chiede in conclusione Saccomanno - cosa succederà?»     

Marco Lefosse
Autore: Marco Lefosse

Classe 1982, è schietto, Idealista e padre innamorato. Giornalista pubblicista dal 2011. Appena diciottenne scrive alcuni contributi sulla giovane destra calabrese per Linea e per i settimanali il Borghese e lo Stato. A gennaio del 2004 inizia a muovere i passi nei quotidiani regionali. Collabora con il Quotidiano della Calabria. Nel 2006 accoglie con entusiasmo l’invito dell’allora direttore de La Provincia, Genevieve Makaping, ad entrare nella squadra della redazione ionica. Nel 2008 scrive per Calabria Ora. Nell’aprile 2018 entra a far parte della redazione di LaC come corrispondente per i territori dell’alto Jonio calabrese. Dall’1 giugno del 2020, accoglie con piacere ed entusiasmo l’invito dell’editore di guidare l’Eco Dello Jonio, prestigioso canale di informazione della Sibaritide, con una sfida: rigenerare con nuova linfa ed entusiasmo un prodotto editoriale già di per sé alto e importante, continuando a raccontare il territorio senza filtri e sempre dalla parte della gente.