Ancora un atto intimidatorio: abbattute 20 piante di ulivo
Il fatto è accaduto nottetempo in un terreno privato a Spezzano albanese. La denuncia di Ferdinando Laghi: «Bisogna porre fine all'illegalità di stampo mafioso»

CASTROVILLARI - Dopo solo qualche mese, è accaduto di nuovo. Il taglio notturno, violento, intimidatorio. Questa volta di venti piante di ulivo dell’Azienda Agricola di Marco Fusca, stimato imprenditore agricolo residente a Castrovillari, i cui terreni si trovano in agro di Spezzano Albanese.
La denuncia arriva direttamente da Ferdinando Laghi, candidato per De Magistris presidente alle prossime elezioni regionali del 3 e 4 ottobre. «Il gesto - dice - immediatamente denunciato alle Forze dell’Ordine -che speriamo celermente giungano alla identificazione dei criminali-, ha destato vivo sconcerto e preoccupazione nelle Comunità di Castrovillari e Spezzano Albanese. Il sindaco Fernando Nociti, accompagnato dall’Assessore Muià, - precisa - si è recato sul luogo del misfatto per portare solidarietà istituzionale e condannare la vile aggressione». Così come pure hanno fatto cittadini di Castrovillari, tra cui i rappresentanti dell’Associazione “Solidarietà e Partecipazione” di cui Marco Fusca fa parte.
«Le modalità del fatto - aggiunge Laghi - appaiono di evidente stampo mafioso ed è stata una pena vedere tanti begli alberi di ulivo, già carichi di preziosi frutti, tagliati di netto e riversi al suolo. Ma questo bruttissimo episodio ci deve anche far interrogare sulla deriva illegale a cui questi avvenimenti, che si ripetono, sembrano voler indirizzare il nostro territorio. E si parla di gesti analoghi le cui vittime sembra non abbiano avuto il coraggio di denunciare».
«Il contrasto alla illegalità - scrive ancora Ferdinando Laghi - tanto più quando quest’ultima si palesa con queste sordide e preoccupanti modalità, è un elemento centrale per lo sviluppo di una Comunità, non soltanto dal punto di vista dei valori, ma anche sotto il profilo economico e della sicurezza sociale. Un territorio che subisce in silenzio questi o analoghi scempi, viene colpita non soltanto nelle persone che subiscono i danni degli attentati, ma anche a livello dei gangli vitali dell’intero tessuto sociale. Ecco dunque perchè, accanto all’azione delle Forze dell’Ordine, che non possono e non devono avere l’intero onere della difesa della legalità, attraverso la loro pur lodevole attività, deve scendere in campo la solidarietà sociale e istituzionale. Per dare, da un lato un segnale di conforto e sostegno a chi la violenza ha subito, e dall’altro un segnale di stampo opposto a chi, con la violenza, pensa di poter raggiungere i propri loschi fini. Ecco dunque - conclude - come un esecrabile gesto, può, con la partecipazione di tanti, diventare uno strumento di crescita democratica e sociale e ritorcersi, come un boomerang, contro i delinquenti che l’hanno compiuto».