Santoianni: «Giovani in agricoltura, sul loro futuro ancora nessuna risposta»
Il presidente dell'Associazione Italiana Coltivatori, Giuseppino Santoianni, chiede di pubblicare la graduatoria del bando regionale fermo al palo da troppo tempo.
CATANZARO- Nuovi insediamenti dei giovani in agricoltura, questi sconosciuti. È da più anni che si attende la graduatoria delle domande formulate dalle nuove generazioni di imprenditori che hanno scelto di voler scommettere sul ritorno alla terra o ereditare la produttività e la manualità dei loro genitori, assumendo il comando di aziende del territorio.
Le prime dichiarazioni del comunicato stampa del presidente dell’Aic Giuseppino Santoianni.
Ma per loro ancora nessuna risposta dalla Regione Calabria che non pubblica ancora la graduatoria relativa al bando "Pacchetto giovani". Risorse del Psr Calabria per quasi 58milioni di euro finalizzati a sostenere i nuovi insediamenti che sono rimasti al palo e dei quali ancora non si conosce l'esito.
«In un mondo che corre veloce e che impone anche all'agricoltura di essere moderna e rispondente alle logiche del mercato questi ritardi - dichiara Santoianni- rischiano di avere effetti devastanti sulla capacità imprenditoriale sognata da tanti giovani. Basta questo per dire che c'è bisogno di una inversione di tendenza radicale in un settore che può giocare un ruolo di primo piano nel rilancio dello sviluppo calabrese ma rischia di essere minato dai ritardi di una burocrazia che mal si sposa con la voglia di agricoltura che cresce nelle nuove generazioni».
La proposta dell'Associazione italiana coltivatori è quella di istruire in maniera veloce la pubblicazione della graduatoria del bando scaduto a Gennaio 2019 "Paccheto giovani Misura 6 Sviluppo delle aziende agricole e delle imprese" e Misura 4 "Investimenti in immobilizzazione materiali" recuperando il tempo perso e dimostrando davvero l'attenzione della Calabria a queste nuove leve del comparto agricolo.
«Bisogna puntare sui giovani che credono nell'agricoltura, che ne hanno fatto o vogliono farne una scelta di vita, di tutela del territorio, di valorizzazione delle colture identitarie».
«A loro bisogna tendere la mano -conclude Santoianni- e promuovere la capacità di fare impresa in modo innovativo, sinergico, nel solco di una tradizione che oggi diventa sguardo aperto sul futuro partendo dalle radici forti di un passato agricolo che oggi ci può far distinguere nel panorama europeo ed internazionale attraverso le nostre gemme alimentari».