Bevacqua chiede a Spirlì e Longo di chiarire in Consiglio le anomalie della migrazione sanitaria
Il consigliere regionale del Partito Democratico: «Necessario aprire un dibattito serio sui mali della nostra sanità e sugli interessi che le ruotano intorno»
CATANZARO - «Il silenzio immediatamente calato sui dati emersi in merito all'emigrazione sanitaria calabrese, dimostra quanto sia necessario aprire un dibattito serio sui mali della nostra sanità e sugli interessi che le ruotano intorno. Per questo, chiederò al Presidente del Consiglio Regionale, Arruzzolo, di convocare un'apposita seduta che veda una relazione dettagliata da parte del presidente facente funzioni della Giunta e del Commissario Longo».
È quanto dichiara il capogruppo Pd Mimmo Bevacqua, che aggiunge: «Di fronte a una mobilità passiva che ha raggiunto costi che superano i 220 milioni all'anno,
sarebbe gravissimo se fosse vero che apparecchiature e strumenti diagnostici e terapeutici della sanità pubblica regionale sono utilizzati, per così dire, a mezzo servizio. Chi sono i soggetti che hanno deciso in questo senso? A chi giova una situazione del genere? Perché le Asp di Cosenza e Reggio hanno valori percentuali molto più alti di emigrazione sanitaria e, addirittura, a Reggio, quelli che vengono mandati a curarsi fuori regione sono più di quelli curati all'interno?».
«Qui si tratta non soltanto dei soldi dei cittadini – conclude Bevacqua - ma del loro diritto più prezioso e sacrosanto: il diritto alla salute, il diritto ad avere nel proprio territorio piena garanzia di una sanità pubblica e universale».
(fonte foto Corriere della Calabria)