Granata (LD): «L’Autorità Idrica Calabria è fallita ancor prima di nascere»
L’Avvocato: «Un vero pasticcio sulle procedure, si corre il rischio di perdere gli aiuti dello Stato per incapacità dell’attuale classe dirigente»
COSENZA - «L’Autorità Idrica Calabria è fallita prima di nascere».
È quanto denuncia Maximiliano Granata, presidente dell’Associazione Legalità Democratica che così continua: «In primo luogo dalla delibera nr.4/2020 del 30 Novembre 2020, avente ad oggetto: Nomina del Direttore Generale dell’Autorità Idrica della Calabria, dalla delibera si evince chiaramente che la nomina inerente il legale rappresentante e organo di amministrazione dell’AIC è stata deliberata in violazione dell’art.12 del vigente statuto dell’AIC, rilevato che la nomina doveva essere effettuata d’intesa con il Presidente della Regione Calabria nella stessa seduta del 30 Novembre e non assume alcun valore giuridico la semplice dichiarazione successiva del presidente f.f. della Regione Calabria, perché la procedura era stata già effettuata in palese violazione dello statuto nella seduta in cui è stata effettua la nomina».
«Vieppiù – aggiunge - bisognerebbe altresì verificare se i requisiti di ammissione dell’avviso per la formazione di un elenco di candidati idonei alla nomina a Direttore generale dell’Autorità Idrica Calabria e la sua successiva nomina individuata nella figura di un funzionario, sia conforme a quanto previsto dal dlgs 165/2001».
«Entrando poi nel merito delle questioni più concrete – afferma - bisogna verificare se la Regione Calabria ha verificato la coerenza del Piano di Ambito con la pianificazione regionale di settore e ha formulato eventuali rilievi e osservazioni ai fini dell’approvazione da parte del soggetto competente. Inoltre ancora non è stato chiarito se le quote del socio Veolia del gestore Sorical siano bloccate dalla banca irlandese Depfa, come già avvenuto nel caso della società mista Acqualatina, ugualmente partecipata da Veolia».
«Infine – conclude Granata - il piano economico e tariffario detto “piano 0 o del nulla” non è stato articolato secondo le modalità previste dall’Arera con i costi reali di gestione dai quali doveva emergere chiaramente un cofinanziamento tariffario e la presenza di condizioni di sostenibilità economico finanziaria. Tali documenti risultano indispensabili anche ai fini del rispetto della normativa sugli aiuti di stato. In questa povera terra di Calabria un vero e proprio pasticcio giuridico che corre il serio rischio di fare perdere importanti opportunità, per incapacità dell’attuale classe dirigente».