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Passare oltre: tra ricerca di libertà, ritorni e rinascite

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Non so fino in fondo come interpretare quel PASSARE OLTRE degli antichi Ebrei che in Egitto tinsero di rosso le soglie delle loro case, perché fossero risparmiate, quando Mosè preannunciò la decima calamità sulla terra del Faraone.

Posso appena immaginare cosa abbia significato per quegli stessi Ebrei PASSARE OLTRE la schiavitù, attraversare miracolosamente quel mare, che ora apriva le sue acque perché andassero alla ricerca di ciò che era loro, ed era stato promesso. La propria terra!

La diaspora ha sempre il sapore amaro della patria negata; ieri. Oggi.

Dense di mancanza e desideri le onde rosse che separano. PASSARE OLTRE: ritornare.

Stupisce come, anche in piena pandemia, si riconfermi il miracolo del seme che, trascorso il tempo silente del lungo inverno, rompe la zolla scura e PASSA OLTRE, con la punta di quella spiga che rinnovella, ogni volta, di speranza e  fertilità.

Vita che rinasce, dopo la sepoltura.

Demetra, dea delle messi, icona dell’amore materno, sa cosa sia perdere chi s’ama sotto terra, e, con la figlia che torna dall’aldilà, riporta in scena, immancabile, la primavera, metafora vivente della resurrezione. Pegno di fede. Di un panteismo universale

Sì, la fede che dopo quel supremo scolorar del sembiante, dopo il gelo d’inaccettabili distacchi, come circa 2000 anni fa avvenne, poi si PASSI OLTRE; verso quell’oltre di eterna Bellezza.

Sia questa la forza che risollevi nel dolore di tante vite interrotte in questo tempo di solitudini non nostre!

E sia tanta, davvero, la forza che la vita regali (lo deve!) a quella bambina che, alla vigilia di queste vacanze, si è svegliata con un vuoto al suo fianco, dove il letto portava ancora forma e calore della sua mamma. Che riesca anche questo angioletto vivente a PASSARE OLTRE quello che ha visto e che mai un bambino dovrebbe vedere. Certo in cielo una bellissima nuova stella ora brilla, ed è tutta per lei!

Dal sagrato -ora forse troppo ampio- di San Pietro, quei bambini nella Via Crucis hanno rinsaldato la fiducia di un popolo intero, fermo in casa, a guardarli. Lo hanno detto loro: è possibile PASSARE OLTRE tutto quello che oggi stiamo vivendo e che non avremmo mai immaginato. Che nessuno ha mai meritato.

Ora penso a tutto quello su cui vorrei imparare, personalmente, a PASSARE OLTRE. Oltre i risentimenti, oltre i rimorsi, oltre lo scoraggiamento, oltre la fretta e i miei disordini, oltre le incomprensioni, oltre le mille inconsapevolezze, pur mentre cerco di capirci qualcosa.

Conto che in tanti si sappia PASSARE OLTRE l’arroganza del giudicare, la retorica di eroismi autoreferenziali, la piccolezza di invidie e maldicenze, il vuoto dei “come stai” detti solo per forma.

PASSARE OLTRE, anche, quell’incapacità, tutta nostra, di fare sistema perché il sistema cambi in questa Calabria che lo attende da troppo.

A tutti; anzi no, ad ognuno, l’augurio che questa sia davvero la Pasqua che ci accompagni a PASSARE OLTRE le nostre sofferenze individuali e di nazione.

Perché pur stanchi, tramortiti, intimoriti come siamo, sappiamo ancora conservare lo sguardo della speranza e la forza interiore per PASSARE OLTRE.

Perché Pasqua è passare oltre.

Alessandra Mazzei
Autore: Alessandra Mazzei

Diploma classico, laurea in Lettere classiche a La Sapienza, Master in Pedagogia, insegue una non facile conciliazione tra bios theoretikos e practikos, dimensione riflessiva e solitaria, e progettualità concreta e socialmente condivisa. Docente di Italiano e Latino, già Assessore alla Cultura e Turismo di Rossano, impegnata in diverse associazioni socio-culturali, ma, prima e più di ogni altra cosa, mamma, felice, di Chiara Stella, Gabriele e Sara Genise. Ha grande fiducia nelle capacità dei giovani, degli studenti, di quelli che poi restano e di quelli che vanno pensando un giorno di tornare. Spera di poter contribuire, insieme a loro e ad amici ottimisti, alla valorizzazione di questa terra di cui sente da sempre la forza delle radici, accanto al bisogno di paesaggi culturali ampi e aperti. Ama la scrittura, che vive, al pari dell’insegnamento, come itinerario di ricerca e crescita personale, da coltivare in forme individuali e collettive.