REGGIO CALABRIA Se il
ministro dei Trasporti Danilo Toninelli sperava in gruppi di attivisti o simpatizzanti pronti ad accoglierlo al suo arrivo sarà rimasto assai deluso. Ad attendere l’auto del ministro, oggi a Reggio Calabria per il viaggio inaugurale di uno dei
quattro Intercity che viaggeranno sulla linea jonica, c’era solo uno sparuto gruppo di manifestanti del comitato che si batte contro la ciclicamente paventata chiusura dell’aeroporto dello Stretto. Per il resto, in stazione e fuori, un paio di supporter con bandiera a Cinque stelle sulle spalle si mischiano ai pendolari, più seccati per la folla di divise, giornalisti, politici e funzionari di Trenitalia, che entusiasti per la visita del ministro.
LE “NUOVE” CARROZZE
Toninelli arriva, saluta, tiene una riunione lampo – saranno stati sì e no dieci minuti – con i vertici di Trenitalia e Ferrovie dello Stato, poi si presenta al binario. Da «pendolare per anni in Lombardia» si dice emozionato per l’imminente viaggio sul “nuovo” treno, destinato a sostituire le vecchie littorine. In realtà, le quattro carrozze che da oggi viaggeranno da Reggio a Taranto fanno parte da tempo del parco Intercity di Trenitalia e per la loro “nuova vita” calabrese sono state semplicemente rimesse a nuovo. E neanche poi così bene, guardando i finestrini rigati da geroglifici e la ruggine sotto i finestrini. Quasi un paradosso per la città in cui nascono i treni futuristici che viaggiano sulle rotaie delle più grandi metropoli del mondo. Di certo, molti pendolari viaggeranno più comodi, ma perché i collegamenti siano più veloci dovranno (ancora) attendere. I lavori per l’elettrificazione della ferrovia sono appena partiti e ci vorrà tempo perché siano completati.
NON PROMESSE, MA IMPEGNI
Lo sa anche Toninelli, che tuttavia fa una promessa – anzi no, ci tiene a sottolineare, «promesse noi non ne facciamo» – ma assicura: «L’impegno è di tenere l’attenzione più alta possibile, venire qui più volte possibile a dare una mano, per i porti, gli aeroporti, le strade, le autostrade e le ferrovie.
È inaccettabile – sottolinea – in un Paese civile com’è l’Italia che oggi una regione importante e bella da tutti i punti di vista, monumentale, architettonici, turistici, sia per così tanti decenni stata abbandonata dall’attenzione politica». NOVITÀ TRA QUALCHE MESE
Per Toninelli c’è «una rivoluzione culturale in corso» quindi da appuntamento a «tra qualche mese» per «tante e positive novità». Quali siano, allo stato, non è dato sapere. L’assessore regionale Roberto Musmanno, intervenuto poco prima di lui, ha fatto una lunga lista di interventi urgenti che devono essere sostenuti, lo stesso ha chiesto il sindaco Giuseppe Falcomatà, ma non è chiaro se e in che misura entreranno nei progetti del governo per la Calabria.
DOSSIER APERTI
Il ministro parla di un «piano nazionale della portualità» in grado di rilanciare Gioia Tauro e che darà «nuove regole certe sulle concessioni», assicura che i collegamenti sullo Stretto continueranno ad essere garantiti «con gli stessi costi e con gli stessi tempi», ma poco o nulla è in grado di assicurare ai 72 dipendenti della Liberty Lines – la compagnia che gestisce gli aliscafi fra Reggio e Messina – che rischiano di perdere il posto. «Noi avremmo voluto acquisire i dipendenti di Liberty Lines ed affittare i mezzi – sottolinea – ma non possiamo farlo perché siamo lo Stato e dobbiamo rispettare gli interessi pubblici. Non avremmo potuto accettare costi al triplo del prezzo che dovrebbero avere».
IL PONTE NON È UNA PRIORITÀ
Il Ponte sullo Stretto invece esce invece – pare definitivamente – dall’agenda di governo. «È la rappresentazione plastica del fallimento della vecchia politica. La presenza del ponte nelle vecchie leggi obiettivo ha portato al fallimento di ogni impegno – dice il ministro –. In un Paese con una vetustà infrastrutturale come quella dell’Italia – ha aggiunto – penso che la più grande opera sia quella di mettere in sicurezza tutte le piccole e grandi opere che abbiamo. È questa la vera priorità, non il Ponte sullo Stretto». Non pare essere una priorità per Toninelli neanche giudicare l’ennesimo imbarazzante audio del portavoce del premier Conte, Rocco Casalino, sorpreso dal Giornale a lamentarsi di aver saltato le ferie nei giorni della tragedia di Genova. «Non mi interessa commentare le parole di altri, soprattutto se si tratta di audio rubati», sbotta, mentre assicura una rapida ricostruzione del ponte Morandi, che toccherà al commissario definire. È giallo invece sulla nazionalizzazione delle concessioni autostradali ventilata dal vicepremier Luigi Di Maio poche ore dopo il crollo e via via scomparsa dagli annunci di governo. «Noi non ci rimangiamo mai la parola – assicura Toninelli – naturalmente, prima di parlare di nazionalizzazione deve concludersi il percorso di decadenza. Oggi il concessionario rimane ancora Aspi, quando si concluderà la procedura amministrativa, che vedrete come andrà a finire, poi decideremo. Nazionalizzazione se conviene all’interesse pubblico, oppure altro. Ma noi non abbiamo l’idea di nazionalizzare tutte le autostrade, ma non ci saranno più dei prenditori della cosa pubblica come ci sono stati fino ad oggi».
(fontecorrieredellacalabria.it)