Mentre imperversa l'epidemia del Covid-19 il Governo Conte inizia a tessere quella che sarà la manovra economica anti-crisi che, però, non convince tutti
di Josef Platarota Mentre quotidianamente si fa la conta dei contagiati e dei decessi, non manca chi inizia a ragionare su quello che tutto ciò può provocare. Siccome non siamo monaci Buddhisti che vivono sono nel presente,
è bene analizzare come lo Stato pensa di arginare la crisi che, inevitabilmente, ci aspetta dietro l’angolo.
ITALIA ULTIMA TRA I PAESI SVILUPPATI
L’Italia, si spera solo per il momento, è il fanalino di coda tra le maggiori nazioni al mondo per quanto riguarda la risposta in termini di spesa pubblica per risollevare l’economia. Piccola premessa: il virus ci ha insegnato che con i tagli non si va da nessuna parte (anzi si uccide, vedi la Sanità) e che il debito pubblico è la base per la crescita di un’economia. Più c’è -
se si ha la titolarità della moneta e un'economia che regola l'inflazione - e più si cresce (Italia anni 60-70-80).
LA MANOVRA Insomma,
abbasso l’austerità e viva la spesa. Il problema è che il governo Conte ha sparato solo un colpo di mortaretto con una manovra attestata sui 25 miliardi: 600 euro per le povere partite Iva e co.co.co. non iscritte a casse di previdenza professionale.
Numeri risibili se messi a confronto ai 156 miliardi messi sul piatto dalla Germania, ai 45 della Francia e ai 200 della Spagna. Gli
Stati Uniti di Trump sono pronti, invece, a staccare un assegno di
200.000 miliardi di dollari per famiglie e imprese.
OCCHIO ALL'EUROPA Colpa del Governo Italiano? Non solo.
L’Italia deve rispettare dei patti con l’Europa che i vari governi stanno cercando di attenuare. Inoltre, la BCE, non rispondendo ad uno Stato, continuerà a fare orecchie da mercante perché non regala nulla e ogni singolo centesimo è concesso in prestito e con gli interessi. Insomma l’Italia, in questo momento, è in
un vicolo cieco in cui sta ricevendo solo porte in faccia dai paesi del Nord che non hanno alcuna intenzione di aiutare la nostra economia senza sacrifici. Intanto le partite Iva e gli Imprenditori sono vicini all’esasperazione. È bene ricordare come la piccola e media impresa è la colonna portate dell’Economia italiana: viviamo di esportazioni ed eccellenze, di sudore e ingegno, di Pubblico e Privato. I tempi iniziano ad essere maturi per una netta presa di coscienza? Forse sì. Risposta che diventa ancora più positiva se addirittura Mario Draghi - manco fosse San Paolo sulla via di Damasco o, per meglio dire, di Bruxelles - ha dichiarato come ci stiamo per catapultare in una guerra e tutti gli Stati avranno bisogno di maggiore debito pubblico.