Magistratura onoraria, la deputata Scutellà interroga il ministro Bonafede
La deputata grillina Elisa Scutellà è intervenuta durante il Question Time sul tema della Magistratura onoraria interrogando il ministro Bonafede
Una normativa inefficace che a discapito del suo ruolo chiave nel diritto alla giustizia si caratterizza per mancanza di dignità. Lo ha dichiarato il portavoce del Movimento 5 Stelle alla Camera dei Deputati, Elisa Scutellà; interrogando il Ministro alla Giustizia, Alfonso Bonafede, durante il Question Time della seduta di ieri (mercoledì 13 marzo), sul tema della Magistratura Onoraria. "Un pilastro della giustizia italiana, a cui da troppo tempo non viene riconosciuto il giusto ruolo; né un trattamento commisurato al carico di lavoro svolto. Grazie al contratto di Governo cambieremo una normativa inadeguata che mortifica una parte dello Stato che svolge un ruolo chiave nel diritto alla Giustizia ma, purtroppo, senza dignità.
MAGISTRATURA ONORARIA, "UNA NORMATIVA INADEGUATA CHE INTENDIAMO MODIFICARE"
"Ho ritenuto necessario chiedere al Ministro gli intendimenti e le misure che intende adottare per intervenire sulle evidenti criticità della riforma Orlando". È forte il sostegno della Scutellà a favore di misure urgenti che modifichino "una normativa attualmente inadeguata e mortificatrice; che, come da contratto di Governo, intendiamo infatti modificare. Nelle parole del Ministro – prosegue la portavoce 5 Stelle – trova conferma l’impegno del Governo; che in effetti ha già iniziato un percorso di modifica della riforma in conformità alle proposte ed esigenze di intervento avanzate. Il fine è superare un regime ingiustamente “livellante ed indifferenziato”.
Non posso che ritenermi pienamente soddisfatta della risposta del Ministro - conclude la Scutellà -; che riferisce di un “progetto di dignità” in itinere a cui i tecnici del Ministero già stanno lavorando per portare a compimento nel più breve tempo possibile gli interventi normativi più adeguati. E’ nostro dovere – conclude - correggere ciò che mistifica e non riconosce la professionalità di una classe di magistrati essenziale per il buon funzionamento della nostra Giustizia».