L’“
Eco dello Jonio” ha abbattuto il muro di silenzio calato sulle problematiche della
centrale Enel di S. Irene. Lo abbiamo fatto per rendere un servizio a tutto il territorio e ciò che pubblichiamo in questo numero gratifica la redazione, l’editore e rende giustizia a tutti i fautori del dialogo, che si oppongono agli ottusi ed agli oltranzisti. L’abbiamo scritto, non abbiamo mai visto un politico schiodarsi dalla poltrona, mollarla. Eppure, dal tavolo delle trattative con Enel si sono alzati tutti. Allora, c’era l’alibi del carbone, che oggi non c’è più. Le due ciminiere e quella enorme foresta di tralicci, che sale verso le pendici di monti che ne sopportano il peso, sono ancora lì e nessuno si sogna di smantellarle. Dall’altro fronte, diciamo “no” alle crociere pagate dai calabresi, per spedire rifiuti in tutta Europa. Non sarebbe ora di rinsavire? Di affidarci all’
Unical, affinché ci spieghi come utilizzare quel sito, renderlo produttivo a fini ambientali, insomma programmare? Sì, programmare. Se esistesse un vocabolario calabrese, ne siamo sicuri, non conterrebbe questo termine. Dalle nostre parti, si naviga a vista, si cambia rotta perché non si ha una destinazione. Ed allora, lo sviluppo diventa un sogno, una rappresentazione onirica, salvo svegliarsi e ritornare negli incubi quotidiani. Poveri giovani, che brutta eredità lasceremo loro.
Il Brigante