"Lettera aperta" della Sibaritide al presidente Mario Oliverio
Un buon presidente, così come un buon padrone di casa, deve saper accogliere i propri ospiti per poi poter dialogare con loro, ascoltarli e mettere in pratica ciò di cui si è parlato. Da queste parti, il nuovo governatore lo vediamo così, con le vesti del buon padrone di casa, la Calabria, che accoglie gli ospiti, i calabresi. Mario Oliverio amministrerà la nostra Regione nei prossimi cinque anni, all’insegna del cambiamento, per come si è prospettato in campagna elettorale. Ed a dire il vero, anche prima che fosse proclamato a Palazzo Alemanni a Catanzaro, Oliverio aveva già messo mano ad alcune situazioni “bollenti”, come quelle dei precari calabresi, parlando con il ministro Del Rio. Di cambiamenti, i calabresi se ne aspettano tanti e l’area della Sibaritide ancor di più. E proprio dalla Sibaritide parte, interpretando i “bisogni” della gente, un unico coro che chiede ascolto e “buona amministrazione”. Per la Piana, buona amministrazione significa avere rappresentanti che la tutelino. Ma anche la necessità di tutta quella serie di rapporti istituzionali e fra enti, utili a mettere sul campo le soluzioni ai problemi. Quale miglior occasione della nomina della giunta? Ne siamo certi, Oliverio punterà come sempre sulla meritocrazia e per questo ci auguriamo che nomini le persone giuste nei posti giusti. Un assessore alla Sanità, per esempio, competente che metta mano ai gravi problemi di oggi, in prospettiva dell’ospedale della Sibaritide. Stesso discorso per le Attività produttive: ci vuole la persona giusta che sappia accendere il motore “produttivo” del territorio e che dialoghi con le aziende, individuando le strategie e sapendo intercettare le risorse che giungono da Bruxelles. Ma se c’è qualcosa che più di ogni altra va risolta è la necessità di aprire un dialogo con le banche che erogano un credito sempre più centellinato. E ciò perché anche le banche locali, assorbite dai grandi istituti di credito nazionali, facendo di tutta l’erba un fascio, in modo indiscriminato hanno chiuso i rubinetti, anche perché ormai distanti dalla reale condizione delle aziende del sud. L’ovvia conseguenza è che senza nuova linfa e linee di credito adeguato, l’economia di questa terra è ferma al palo. Ormai da troppo tempo. Ecco, anche in questa direzione dovrebbe muoversi il neo presidente, magari interloquendo con il governo centrale e i ministeri, ma anche con Camera di Commercio, associazioni di categoria e parti sociali, facendosi portavoce con l’Europa, rendendo tutti partecipi, ognuno per le proprie competenze, dello sviluppo della Sibaritide. Noi, Oliverio lo immaginiamo proprio come quando, qualche istante prima della proclamazione, visibilmente emozionato, teneva per mano le nipotine. Come tutti i nonni, che sia affettuoso ma nello stesso tempo “educativo” con la Piana di Sibari.
l. l.