Con l’ordinanza del 24 aprile scorso, il Presidente della Regione Calabria Jole Santelli, ha deciso di riaprire centri commerciali e supermercati nei giorni festivi e nelle domeniche. A storcere il naso la CGIL cosentina, del Pollino e della Sibaritide che sottolineano come «con tale atto abbia modificato quanto aveva già determinato solo qualche giorno prima. Avvilisce, e non poco, la palese disattenzione del Presidente, poiché l’altra ordinanza di pari data, la n°35 che disciplina l’apertura dei laboratori, reca giustamente la decorrenza dal 27 mattina». Secondo il sindacato l’unico risultato di tale “misterioso” dietrofront è stato che, nel giorno delle celebrazioni della Liberazione dell’Italia, cassiere/i e commesse/i che, fino alla sera prima avevano effettuato il loro turno di lavoro, sono state/i rimandate/i a lavoro. Decisione che, rimarca la CGIL, non mostra il minimo rispetto né verso lavoratrici e lavoratori del comparto né verso il 25 aprile. Al danno si aggiunge la beffa se si considerano i miseri incassi delle aziende la cui clientela era informata del solito turno di chiusura. «In questo tempo di emergenza sanitaria, fortunatamente qualche assennato sindaco ha deciso di confermare la propria ordinanza (è accaduto a Castrovillari – sindaco Lo Polito), tenendo chiuse le attività sino al 3 maggio, termine di lockdown indicato dal Governo. Senza voler scendere nei dettagli di un’importante discussione, su temi di notevole rilevanza quali le festività nazionali, l’uso del tempo personale, l’importanza delle domeniche per chi è religioso o le attività essenziali per una comunità e la loro regolamentazione, CGIL e FILCAMS Cgil Pollino Sibaritide Tirreno lanciano un appello ai sindaci del nostro territorio, poiché ruolo e funzioni gli assegnano poteri nella regolamentazione delle attività commerciali, affinché adottino misure nel rispetto dei succitati temi e perseguendo – al contempo – la funzione di indirizzo e controllo, anche al posto di chi si è “dimenticato». La CGIL, in conclusione, chiede che si chiuda almeno il 1° maggio, Festa dei Lavoratori e, per quanto sarà possibile, anche domenica 3 maggio. «Noi non dimentichiamo che queste lavoratrici e questi lavoratori, nel lungo periodo di pandemia e di distanziamento sociale, nonostante gli elevatissimi rischi connessi al loro lavoro, hanno assicurato e continuano ad assicurare un servizio alla collettività; riteniamo meritino, pertanto, una maggiore attenzione e la possibilità di stare in famiglia, almeno nei giorni di festa».