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Itineraria: l'entroterra alla riscossa. Alla scoperta di Paludi

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La riscossa dell’entroterra calabrese, in un viaggio che ha il sapore della scoperta: sotto la buona stella di una promessa, quella di spogliare le nostre zone interne dei loro “segreti”, inauguriamo, a partire da questo numero, la rubrica Itineraria. Un cammino sociale che “L’Eco dello Jonio” intraprende partendo da Paludi, alla ricerca della cultura e degli uomini, di ieri e di oggi, che hanno “fatto” la storia di queste terre, che ne hanno intagliato la trama nel legno sempreverde dei boschi che le custodiscono. L’intervista de “L’Eco” con Domenico Baldino, primo cittadino del comune collinare, eletto alle ultime consultazioni nel maggio scorso, ha inizio da un semplice, seppur cruciale interrogativo: come nasce l’idea di governare un piccolo comune come Paludi? «Sono stato consigliere e assessore per diversi anni, ma mi ero deciso a lasciare la politica per far posto ad altri. Un gruppo di amici, però, ha voluto fortemente che mi candidassi e, dopo aver sondato gli animi, ho deciso di cedere alle “pressioni”. Perché? Ho voglia di lavorare per il paese, voglio che si sfruttino le innumerevoli risorse che Paludi ha a disposizione. A cominciare dal sito archeologico di Castiglione (centro bretio), il nostro fiore all’occhiello. Non a caso, il 12 agosto prossimo, è previsto un evento nel sito con concerti, mostre e visite guidate per illustrare il valore di questo nostro patrimonio. È un esperimento che nessun’altro aveva mai provato a fare – continua il sindaco – e già dall’anno prossimo ne farò un vero e proprio festival che chiami a raccolta turisti e visitatori da tutto l’arco jonico». La crisi finanziaria italiana, certo, non avrebbe potuto risparmiare il paese cosentino. Anzi. «Le entrate sono poche, al contrario delle tasse che, invece, abbondano. In ogni caso, nel nostro piccolo, stiamo cercando di chiudere qualche questione in sospeso, a spregio delle difficoltà. Siamo riusciti, per esempio, a riaprire la strada di collegamento Paludi – C.da Amica, chiusa per oltre due anni a causa di una frana. Era uno dei primi punti del mio programma e la soddisfazione per il suo buon esito è grande. Gli altri punti? Ci stiamo lavorando: innanzitutto la valorizzazione del comparto turistico, principalmente attraverso lo sfruttamento del sito di Castiglione. Poi le attività boschive che garantirebbero diverse assunzioni e darebbero un po’ di ossigeno a diverse famiglie paludesi. In ultimo, ma non per questo meno importante, far tornare la gente a Paludi. Uso un termine improprio: ripopolarlo». m.f. LE ORIGINI DEL PAESE - La cittadina posta nell’entroterra della costa ionica si trova nella fascia collinare sulla sinistra della valle del fiume Trionto, tra Rossano, Cropalati e Longobucco. Il centro abitativo attuale di Paludi ha origini medievali, precisamente tarde, tra il 1200 e la tarda metà del 1300, ed è legato alla presenza di un antico insediamento di allevatori che diedero vita all’abitato. Probabilmente a loro si deve l’incerta origine del nome, forse la palus latina (palude). Di seguito il borgo fu dominio della famiglia dei Marzano (1445-1465), poi accorpato a Rossano. Fino al 1499 fu dominio degli Sforza e da Isabella d’Aragona. Dal 1524 al 1559 ritorna agli Sforza e poi agli Aldobrandini ed infine ai Borghese fino al 1806. Con l’arrivo del dominio napoleonico la cittadina diventò Università (detto Luogo) e passò al Governo di Rossano e di seguito con la creazione di Comuni, nella giurisdizione di Cropalati (decreto del 1811). La festività religiosa più importante è la festa di uno dei due patroni San Clemente a cui è dedicata anche la chiesa matrice del XVI: l’altro patrono è San Francesco di Paola. Uno dei personaggi di spicco fu il pittore Onofrio Ferro che operò nel XVIII secolo sugli interessanti affreschi delle volte della chiesa di San Antonio e sui dipinti all’interno del duomo. Una delle piazze principali è piazza Benedetto Croce, dalla quale si raggiunge la chiesa matrice di San Clemente. Dal centro di Paludi si può raggiungere Castiglione di Paludi, il sito archeologico che con il popolo dei Brettii (IV- III secolo) risplende di importanza. Una curiosità: dai censimenti 2001 e 2011 Paludi risulterebbe uno dei comuni italiani che ha perso più residenti. s. t.
Redazione Eco dello Jonio
Autore: Redazione Eco dello Jonio

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