di Josef Platarota È diventata una consuetudine svegliarsi la mattina, aprire il proprio smartphone, pc o tablet e trovare notizie che ci informano di una scossa di terremoto in Calabria. Area ionica o tirrenica non fa alcuna differenza. A tal proposito abbiamo chiesto il parare ad un esperto, ovvero il geologo Tonino Caracciolo.
LA MORFOLOGIA DI UN TERRITORIO
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Il sottosuolo della Calabria è estremamente giovane. È bene ricordare- puntualizza - che la nostra Regione fa parte della catena alpina, che è ancora in fase di evoluzione e ciò comporta dei processi attivi come le scosse che si stanno registrando nelle ultime settimane. Basti pensare che ogni giorno vengono recepite, anche se non percepite dalle persone,
centinaia di azioni di sollevamento differenziato».
UNA FAGLIA "CAPACE" A CORIGLIANO-ROSSANO
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Nel nostro territorio abbiamo quella che in gergo tecnico viene chiamata
faglia capace, ovvero attiva. Essa
si estende dal Crati e arriva fino a Mirto. Tutti ricordano il terremoto e maremoto del 1836, quello
ricordato dai rossanesi per via dei fuochi di San Marco, che proveniva proprio da questa faglia».
Tonino Caracciolo fa riferimento ad un
sisma che è rimasto nell’immaginario collettivo e che
rase al suolo buona parte della città bizantina, distrusse Crosia e creò molti danni sul territorio. Allora la forza del terremoto arrivò al settimo grado della scala Richter. Per fare un esempio, anche se bisogna calcolare anche la profondità, all’Aquila si arrivò al 5.9, in Irpinia al 6.9 e in Umbria nel 1997 al 6°.
I TERREMOTI NELLA STORIA CALABRESE
«La Calabria - continua il geologo rossanese - è sempre stata terra di terremoti.
Basti pensare a quello del 1783, che costrinse l’opera di una grande ricostruzione. Borghi sparirono per essere rimessi in piedi ex novo, come
Taurianova, Delianuova, Cittanova ecc. Oppure si può citare
il sisma del 1908 che distrusse Reggio e Messina e in cui ci fu anche uno Tsunami».
COSA FARE?
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Non è possibile prevedere nessun terremoto, chi dice il contrario racconta una bugia. L’unico modo per arginare un possibile sisma è quello della prevenzione sugli edifici e nell’educare i cittadini attraverso
la formazione per l’attuazione di comportamenti salvavita».