La Sicilia, a differenza della Calabria, viene tutelata sul caro biglietto aerei. Ennesima beffa sulla mobilità per la nostra regione
Cambiano gli anni ma non le buone abitudini. In questo caso la consuetudine è rivelata nel vizio di forma del mancato diritto alla mobilità dei calabresi. La beffa arriva direttamente dalla Gazzetta Ufficiale: «Al fine di garantire un completo ed efficace sistema di collegamenti aerei da e per la Sicilia, che consenta di ridurre i disagi derivanti dalla condizione di insularità, e assicurare la continuità del diritto alla mobilità è riconosciuto un contributo per ogni biglietto aereo acquistato da e per Palermo e Catania, dalla data di entrata in vigore del decreto. A tal fine è autorizzata la spesa di 25 milioni di euro per l’anno 2020».
CALABRIA BEFFATA Tutto nasce dalla rivolta per il caro biglietti scagliatosi sui cittadini del sud. Si è arrivato così alla concessione di tariffe sociali ed inserite nella legge di bilancio. La Sicilia, come la Calabria, aveva portato avanti delle legittime rimostranze, ma la stessa sensibilità non è stata constatata nei confronti della punta dello stivale. Intanto, subito dopo l’Epifania un biglietto aereo da Lamezia e Milano Malpensa viene a costare 262€. Ennesima e gratuita ulcera nell’anima per una regione che non conosce benevolenza e parità di trattamento, che non riesce a fare detonare le sue uniche specificità e che, proprie grazie alla deficitaria situazione riguardante la mobilità, rimane un ordigno inesploso.
OCCASIONI PERSE Interi comparti come i settori turistici, religiosi, naturalistici ed enogastronomici hanno bisogno di facilità di collegamento, di infrastrutture e di tariffe che convincano chi di fuori a puntare su questa bellezza tanto disincantata quanto dimenticata. Non di meno bisognerebbe difendere il basilare bisogno di chi lascia la Calabria per un vita migliore che deve convivere con l’umiliazione di vedersi prosciugati per il solo desiderio di rivedere casa e riabbracciare i propri cari. Certo, con un caro biglietti così, anche il ritorno degli emigrati risulta difficile se non impossibile.