Se il talebanismo fusionista è peggiore delle posizioni di uno sciancato campanilismo
Chi pensa che la fusione di Corigliano-Rossano e tutte le altre fusioni nascano con l’intento di cancellare identità non ha capito il senso di questo processo che mira ad una condivisione sociale e amministrativa
Chiunque ha il diritto e la libertà di sentirsi di Rossano, Corigliano, di Schiavonea o Apollinara pur vivendo nella grande città di Corigliano-Rossano. Ci mancherebbe! E su questo non possono esistere sciocchi integralismi. Chi ha votato per la fusione di due importanti città della Sibaritide per crearne una grande e strategica lo ha fatto sperando in una prospettiva di autorevolezza maggiore di questo territorio nelle scelte e nelle decisioni; ma non può e non deve pretendere la cancellazione delle identità.
È un talebanismo fusionista sciocco che non ha ragione di esistere ed è solo motivo di nuove ed inutili frizioni con chi “sciancatamente” – per utilizzare un termine caro ad Amerigo Minnicelli – si muove per fare un po’ di moina autonomista.
Ad esempio, la polemica che ha coinvolto il giovane pallavolista Gabriele Laurenzano ha davvero dell’incredibile. Il campioncino di casa nostra è stato messo sul banco degli imputati solo per aver evidenziato il suo orgoglio rossanese in diretta nazionale. “Doveva dire che era di Corigliano-Rossano!” Ma chi lo ha detto? Qualcuno mai ha rimbrottato Rino Gattuso per il suo legittimissimo orgoglio di essere cittadino di Schiavonea? No. Ed è giusto che ognuno preservi le proprie peculiarità, le proprie identità pur essendo parte integrante di una grande città.
Non c’è nulla di anormale. Anche perché se chi, con senso e ragione, ha voluto la fusione cade in queste tentazioni polemiche e inutili, rischia – come si diceva – di alimentare le posizioni allucinanti degli anti-fusionisti. Come quella, di cattivissimo gusto, apparsa qualche giorno fa sui social sul terribile terremoto del 1836 che colpì Corigliano e Rossano, provocando morti, e che rase al suo Crosia, epicentro di quel sisma. Per qualcuno Corigliano e Rossano sarebbero stati, anche in quel caso, “accomunati nella diversità”, perché a Corigliano ci sarebbero stati solo tre morti mentre Rossano ne contò qualche centinaio. Basta tanto per capire dove può arrivare l’idiozia!
Corigliano-Rossano non ha cancellato Rossano tantomeno Corigliano. Non ha cancellato i dialetti. Non ha cancellato le tradizioni. Non ha cancellato le usanze. Semplicemente perché l'intento della Fusione non era, non è e non sarà mai quello di fare tabula rasa delle identità tantomeno di forzare commistioni. La fusione è una convivenza amministrativa e sociale. Punto. È il sentirsi parte di un'unica grande città, mettendo insieme le proprie doti. Del resto, quando una coppia si sposa nessuno dei due coniugi perde il suo sangue o perde il proprio cognome o l'orgoglio di sentirsi figlio della propria famiglia d'origine. Semmai, le mette insieme!