Il futuribile Tribunale di Corigliano-Rossano a Santo Stefano… ma solo per il momento
Se la città riotterrà un presidio di giustizia è anche grazie alla sua nuova conformazione di comune fuso. Per esigenze e strategicità territoriale la sua sede non potrà rimanere arroccata a Rossano. Ecco, allora, il senso di una cittadella a Insiti
La polemica che si è consumata nelle ultime settimane tra gli apparati politici locali, regionali e nazionali nei confronti del sindaco Stasi e della sua maggioranza sull’esigenza di produrre una delibera consiliare di disponibilità di un immobile in cui insediare l’eventuale riaprendo tribunale di Corigliano-Rossano, ha dell’assurdo. Quasi come se non fosse scontato che questo atto dovesse essere un pro-forma da accordare subito, con tempi immediati. Eppure ancora oggi, impregnati come siamo del solito bizantinismo, discutiamo di un atto deliberativo che ancora non c’è. Ma che ci sarà. Per forza!
Piuttosto, l’apertura o riapertura di un Tribunale a Corigliano-Rossano pone un altro problema e apre una nuova e necessaria discussione. Che è essenziale nell’economia politica e amministrativa di questa nuova città. Se davvero il Governo dovesse ravvedersi rispetto ai disastri prodotti dalla riforma sulla Geografia giudiziaria del 2012, certamente uno degli elementi che favorirà la “riconsegna” di un presidio di giustizia al territorio della Sibaritide sarà determinato anche dalla presenza di una nuova città di 80mila abitanti nata per fusione e oggi paradossalmente priva di un Tribunale e una Procura.
Pertanto, appare anacronistico e fuori tempo l’idea di arroccare il nuovo palazzo di giustizia nella sua sede storica di palazzo Santo Stefano. Questo, almeno, nella prospettiva a lungo termine. Ma ad oggi di immobili con caratteristiche specifiche per ospitare le aule e gli uffici giudiziari sul territorio comunale non ce ne sono, e l’unica soluzione utile e immediata rimane quella di Rossano centro storico.
Nel frattempo, però, bisognerà pensare ad una nuova sede baricentrica nella città e con una visione inglobante di Corigliano-Rossano. Ecco, allora, che ritorna – oggi più che mai – l’idea della cittadella dei servizi a Insiti. Dove già sta sorgendo il nuovo ospedale della Sibaritide, dove sono previste le principali connessioni della mobilità urbana ed extraurbana (la nuova statale 106 e anche una stazione ferroviaria intermedia tra i due scali di Corigliano e Rossano) e dove, è opportuno ricordarlo, la legge Regionale istitutiva della fusione prevede la nascita del centro direzionale della città. Nulla osta, ovviamente, che l’assetto urbanistico di quell’area - che oggi rimane solo un’idea non essendoci un piano urbanistico concreto – possa avere una conformazione moderna e attenta all’ambiente. Il cosiddetto parco periurbano, che sogna Stasi proprio nell’area di Insiti, potrebbe conciliare anche con la creazione di una serie di infrastrutture di servizi, a partire dall’ospedale, passando per la cittadella giudiziaria, per finire proprio ad un centro direzionale per la grande città jonica.
Ma bisogna iniziare a ragionare sin da ora e in prospettiva. Perché oggi ci sono le opportunità economiche per farlo. E i canali di finanziamento per realizzare opere ce ne sono a iosa. Serve solo visione e volontà. Visione e volontà!