«Quella scelta scellerata di eliminare l'area sportiva del Maria De Rosis»
Il corsivo di Gino Campana - Con la scomparsa del campo sportivo è sparito il calcio giovanile e così anche le società minori che sono state fiore all'occhiello della città hanno tirato i remi in barca
Tornerà presto a svolgere la propria funzione sociale e sportiva un’area di Rossano da sempre destinata a tale scopo.
Quello che era un impianto sportivo che ospitava migliaia di ragazzi e diverse squadre cittadine è stato reso inutilizzabile per una scelta che pare incomprensibile.
Una scelta scellerata di qualche anno fa è servita a far demolire lo storico campo sportivo “Maria De Rosis, teatro di tante partite appassionanti, per far posto ad un anfiteatro all’aperto che si utilizza solo un paio di volte all’anno con il resto del sito, circa 5.000 mq, praticamente inutilizzato.
Nel periodo estivo una rappresentazione della Compagnia Teatrale “Codex 8&9” e una di qualche attore nazionale si svolgono presso l’anfiteatro. Per il resto nulla.
Solo trent’anni fa quel terreno di gioco era calcato da centinaia di ragazzi di tutte le età. Oltre alle squadre inferiori della Rossanese, che militava in serie D, il “Maria de Rosis” serviva tutte le società di puro settore giovanile nei campionati Giovanissimi, Allievi e Juniores.
A seguito di quella scelta di trasformare il campo sportivo in anfiteatro, le società si sono trovate a dover trovare spazi alternativi dove potersi allenare e dover giocare, con un esborso economico in termini di raggiungimento dei paesi vicini, ma anche per il pagamento vero e proprio del fitto.
Alcune di queste società hanno resistito per qualche anno, ma poi si sono dovute arrendere all’evidenza ed hanno tirato i remi in barca. Ricordo tra queste la Juve Rossano, la Brutium, il Piragineti, il Rossano Scalo ed altre.
Per lo svolgimento dei vari campionati di seconda e terza categoria, ma principalmente per quelli dei campionati giovanili, i giorni disponibili per gli allenamenti erano davvero residui, ma comunque c’erano e spesso le squadre si dividevano il terreno di gioco e gli spogliatoi.
Qualcuno ha cercato soluzioni alternative come quella di adattare il campo sportivo di Contrada Amica, ma la scelta non era perseguibile.
Ai giorni nostri ci ritroviamo con tanti giovani che non hanno mai conosciuto la gioia di fare sport e di socializzare per effetto di questa scelta.
Il nuovo stadio “Stefano Rizzo” non poteva ospitare tutte le società, specialmente quando era seminato in erba naturale, ed allora i giovani si sono riversati verso altre scelte e solo quelli che potevano permetterselo andavano e vanno in palestra.
Questa scelta ha contribuito a fare in modo che da Rossano non vengono formati calciatori di livello e molti giovani sono soggetti a problemi di carattere diverso.
Si può recuperare il danno fatto?
Nei giorni scorsi una lucina si è accesa.
Il Sindaco Stasi ha annunciato che sono stati intercettati un milione e mezzo di euro per realizzare la Cittadella dello Sport in quell’area.
Trent’anni di inutilizzo non sono recuperabili, ma forse si fa ancora in tempo a mettere una pezza.
Altra notizia che circola in questi giorni è la piscina olimpionica i cui finanziamenti sarebbero stati persi.
Ricordiamo che a Corigliano Rossano una piscina olimpionica c’era, primo e purtroppo negativo esempio di gestione unitaria tra i due ex comuni ed è stata persa a causa di qualche disattenzione di chi doveva vigilare. Questa però è un’altra storia che riprenderemo presto perché i giudici presto si esprimeranno sull’usucapione di un privato.