Un culto plurimillenario di origine bizantina
Un prezioso contributo di Mons. Luigi Renzo, vescovo emerito di Mileto-Nicotera-Tropea: «Nella Madonna Achiropita l'identità di Rossano»
Ferragosto si identifica a Rossano con la Madonna Achiropita, da secoli anima e cuore della città calabrese. Si potrebbe anzi dire che non è possibile capire la storia e l’identità di Rossano se si volesse ignorare o sottovalutare la presenza della SS.ma Achiropita nel cuore dei suoi abitanti. E questo fin dai primi secoli dell'era cristiana. Il suo culto, infatti, che alla suggestione del nome Achiropita (in greco significa “non fatta da mano umana”) aggiunge l’indubbia forza carismatica di catalizzare la secolare e gloriosa storia della città, trova il suo fondamento e la sua origine nella vicenda umana e religiosa del monaco Efrem, che sul finire del VI secolo conduceva vita eremitica in una grotta nei pressi della zona dell’Acqua Molle, dove poi sorgerà la Cattedrale.
Narra la tradizione che detto monaco incontrò un giorno nei pressi del suo rifugio il principe bizantino Maurizio, naufrago sulla spiaggia di Rossano ed impegnato in una battuta di caccia al cinghiale. Riconosciutolo, gli predice in nome della Madonna che in quei giorni, a seguito della morte dello zio imperatore, la folla di Costantinopoli lo aveva acclamato suo successore. Il principe Maurizio, per quanto sorpreso da quell'annuncio, promette ad Efrem che gli avrebbe costruito in quel luogo una chiesa qualora la notizia si fosse rivelata vera, lasciandogli in pegno il suo anello.
Tornato in patria, Maurizio nel 582 divenne effettivamente imperatore, ma la guerra contro gli Arabi e gli affari di Stato gli fecero dimenticare la promessa fatta all’eremita. Questi non si perse d’animo e, forte del sigillo principesco avuto in pegno, si recò a Costantinopoli per ricordare al neo imperatore l’impegno assunto. Maurizio riparò subito inviando a Rossano le maestranze e gli artisti con ogni cosa necessaria.
Costruita la cappella, il pittore si accinse a dipingere un’immagine di Odigitria (la Madre di Dio) sul modello di una delle tante venerate a Costantinopoli. Ma, caso strano, quel che dipingeva di giorno spariva di notte. Essendosi il fatto ripetuto, la terza notte venne lasciato un sordomuto a custodia del dipinto. Ma quale non fu la meraviglia di tutti quando al mattino non solo trovarono una nuova icona di rara bellezza, ma dal sordomuto, che intanto aveva riacquistato miracolosamente la parola e l’udito, sentirono raccontare come durante la notte una donna bianco vestita aveva fatto sparire il dipinto del pittore e vi aveva impresso la sua immagine senza servirsi nè di pennelli, nè di colori. Avvertita la straordinarietà della cosa, all’icona si assegnò il nome Achiropita perchè fatta non da mano umana. Il racconto venne poi affrescato ai primi del Novecento in 6 pannelli istoriati nell’abside dal pittore Michele Capobianco.
Gli storici dell'arte potranno dire che l’attuale affresco risale all’VIII-IX secolo e che il nome Achiropita farà la sua comparsa nei secoli successivi. Questo è vero! ma è anche certo che il culto alla Madre di Dio, la “Theotokos” bizantina, va al di là dei semplici confini temporali posti dagli studiosi e si colloca nella profonda "marianità" della pietà popolare orientale, che anche a Rossano trova così vasta e sentita risonanza, che né le lotte iconoclaste del sec. VIII, né altro sono mai riusciti a condizionare o ad intaccare.
Anzi possiamo dire, senza alcuna esagerazione, che la grandezza civile, militare e religiosa, che accompagna Rossano a partire dai secoli VI-VII, cammina parallela alla presenza incontestabile dell’Achiropita al punto che ancora oggi il suo fascino ed il suo carisma non smettono di esercitare un’attrattiva ed una suggestione umanamente inspiegabili. E' così che quella Icona, per la carica spirituale che promana dai suoi lineamenti, è diventata la migliore interprete e la garanzia più sicura dell'anima greco-bizantina di Rossano, coniugata in perfetta sintonia con le nuove emergenze storiche, culturali e religiose che si sono venute via via affermando, senza per nulla mortificare le molteplici vocazioni della città, che anzi ne sono risultate sublimate e nobilitate. La città da parte sua ha saputo cogliere la premurosa presenza della sua Odigitria (guida e conduttrice) riconoscendosi ed identificandosi in Lei fino a scrivere sul frontone della facciata della Cattedrale: “Per Te Virgo Maria Achiropita Civitas Decoratur” (Per merito tuo, Vergine Maria Achiropita, la Città si sente nobilitata), a consacrazione perenne di una storia antica che si espande e si infutura nel tempo.