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La nuova tv digitale in salsa calabrese: la manina pelosa e paramafiosa della malapolitica colpisce ancora

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Ma vuoi vedere che la manina pelosa della politica paramafiosa calabrese, quella che negli anni ha costruito lo scatafascio della nostra sanità, oggi si sta ingegnando anche per mettere il bavaglio all’informazione? A pensar male si fa peccato ma alla fine è sempre l’intuizione giusta. Perché quello che oggi sta avvenendo in Calabria, sotto la manovra maldestra, indiscutibile, chiara, palese di qualche (ex)personaggio della politica regionale, che sta muovendo i fili finanche nel dicastero dello Sviluppo Economico, pur di mettere lo sgambetto all’informazione ostile, sembra avere una regia fredda e poi nemmeno tanto occulta.

Ieri mattina abbiamo letto l’editoriale del direttore del Corriere della Calabria-l’Altro Corriere Tv (leggilo qui) sulla “colonizzazione” delle reti televisive calabresi da parte di un canale veneto (inesistente). D’impatto abbiamo subito pensato si trattasse della solita e ormai puntuale supercazzola che, ormai a cadenza periodica, viene propinata dalle cervellotiche normative nazionali a danno della nostra regione. E non ci siamo andati molto lontani.

Ve la spieghiamo sinteticamente. In seguito alla decisione dell’Unione Europea di cedere la banda 700 MHZ alla telefonia mobile il servizio televisivo è stato costretto ad una riorganizzazione della distribuzione delle frequenze sullo spettro elettromagnetico a sua disposizione. Insomma, tutte le reti televisive, soprattutto quelle locali si sono trovate, ad un certo punto, inserite in una graduatoria di merito per la riassegnazione dei canali. Allora, in una qualsiasi nazione del mondo questa classifica sarebbe stata una soltanto e scientificamente elaborata. In Italia, però, considerato “l’essere speciale” del nostro popolo, della nostra politica e del nostro sistema democratico, di graduatorie ne sono state stilate ben 4. E – figuriamoci – l’una diversa dall’altra. In Calabria siamo andati oltre. Non solo 4 graduatorie di merito per l’assegnazione dei canali quanto, ad un certo punto, nella speciale classifica appare una nuova rete televisiva, sconosciutissima alle nostre latitudini e che si chiama Canale Italia 83 Extra. Cosa ci fa una televisione veneta in Calabria, ancora non lo sappiamo.

Quello che è maledettamente drammatico in questa vicenda, degna di una supercazzola tognazziana e in salsa calabrese, è che questa Tv ad un tratto, senza avere nemmeno un secondo di programmazione in Calabria né in altre parti d’Italia, si trova ad occupare magicamente il decimo posto (quello utile per l’assegnazione di una stazione televisiva compresa tra il canale 10 e il canale 20) usurpando letteralmente il posto ad un’altra televisione concorrente calabrese scivolata al canale 75. Il fatto è che non si tratta di una televisione qualsiasi ma de L’Altro Corriere Tv, del gruppo News&Com che edita anche il Corriere della Calabria. Nessuno si spiega il perché, il come ed il gioco di prestigio che ha consentito ad una Tv Veneta di “impadronirsi” dello spazio democratico calabrese. Magari ci racconteranno del treno supersonico che collegherà Padova a Venezia o della battaglia di rivendicazione sul Prosecco? Bhu! Non lo sappiamo.

È sempre più chiaro, però, che una manina pelosa, e ribadiamo anche paramafiosa (perché l’intenzione di imbavagliare la stampa libera è sopraffazione mafiosa) sta facendo il gioco sporco. Se n’è accorto pure il presidente della regione Roberto Occhiuto che è intervenuto sulla questione e che ha già chiesto chiarimenti immediati e risolutivi al ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti. «Qualcosa non torna» ha detto Occhiuto e ha ribadito: «Come può una tv locale che non ha sede in Calabria e che fino a poche settimane fa non esisteva neanche nei monitoraggi Auditel ‘fregare’ la frequenza ad una tv calabrese, radicata, riconoscibile, che da anni offre informazione e lavoro nella nostra Regione?» Bella domanda. Ce lo stiamo chiedendo anche noi!

Marco Lefosse
Autore: Marco Lefosse

Classe 1982, è schietto, Idealista e padre innamorato. Giornalista pubblicista dal 2011. Appena diciottenne scrive alcuni contributi sulla giovane destra calabrese per Linea e per i settimanali il Borghese e lo Stato. A gennaio del 2004 inizia a muovere i passi nei quotidiani regionali. Collabora con il Quotidiano della Calabria. Nel 2006 accoglie con entusiasmo l’invito dell’allora direttore de La Provincia, Genevieve Makaping, ad entrare nella squadra della redazione ionica. Nel 2008 scrive per Calabria Ora. Nell’aprile 2018 entra a far parte della redazione di LaC come corrispondente per i territori dell’alto Jonio calabrese. Dall’1 giugno del 2020, accoglie con piacere ed entusiasmo l’invito dell’editore di guidare l’Eco Dello Jonio, prestigioso canale di informazione della Sibaritide, con una sfida: rigenerare con nuova linfa ed entusiasmo un prodotto editoriale già di per sé alto e importante, continuando a raccontare il territorio senza filtri e sempre dalla parte della gente.