Emergenza siccità nelle aziende agricole per inefficienze del Consorzio di Bonifica
In Calabria deve crescere la responsabilità di garantire servizi, efficienza, e qualità di vita ai cittadini. Il sistema Calabria fa “acqua” su tanti fronti… meno che dove serve! A quando la canalizzazione delle acque del Trionto?
La Calabria, la Sibaritide in particolare, è da sempre terra fertile. Territorio che, accanto alle bellezze artistiche e alla sua cultura millenaria, vanta da sempre coltivazioni uniche e preziose che, pur con i numerosi periodi di crisi, hanno rappresentato e ancora potrebbero farlo, fonte di sviluppo e benessere per la nostra gente.
In particolare, le produzioni agrumicole hanno garantito ricchezza e buoni redditi alle imprese agricole e a tutto l'indotto che ruota nelle varie fasi di questa filiera. Ma niente è scontato né tanto meno facile. Anche in agricoltura, se non si cammina al passo con i tempi, modernizzando gli agrumeti con nuove varietà che spalmano le epoche di raccolta, allungando la campagna di commercializzazione, oggi non si coprono nemmeno le spese di coltivazione. E’ per questo che, con ricerca, fatica e lavoro, già da tempo, tanti imprenditori agricoli dinamici, non senza enormi sacrifici economici, hanno fatto nuovi impianti o innestato agrumeti esistenti. Questo garantisce la possibilità di commercializzare arance e mandarini a prezzi più remunerativi.
Ma, la Calabria è, se non da sempre e non sempre, purtroppo però da tanto e troppo spesso, anche la terra che fa pagare ai suoi cittadini il costo altissimo di disservizi e incuria, che hanno fatto “ammalare” il nostro sistema. Sanità, infrastrutture, servizi, organizzazione in generale… questa terra sembra “fare acqua” su tanti fronti. La facesse davvero, almeno, laddove servirebbe di più l’acqua!
E sì, perché in questa nostra area di grande capacità e vocazione agricola, capita, infatti, che, a fronte di quei forti sacrifici, gli imprenditori agricoli, tra la fine di giugno ed i primi di luglio, in settimane in cui si sono registrate temperature altissime (ma non è certo una novità, né, quindi, elemento non prevedibile), hanno visto le loro coltivazioni restare completamente senza acqua per ben 23 giorni! 23 giorni di aridità che possono irrevocabilmente compromettere lo stato vegetativo (non solo produttivo!) di ettari ed ettari di impianti arborei.
Corigliano Rossano rientra tra i comuni che sono (dovrebbero) essere serviti dal Consorzio di Bonifica dei Bacini dello Jonio Cosentino.
E i Consorzi, a cui numerosi proprietari, piccoli, medi o grandi che siano, pagano regolarmente i loro tributi e canoni e a cui la Regione eroga fondi, sono “i soggetti che debbono contribuire allo sviluppo e alla valorizzazione del territorio, nonchè alla difesa del suolo tramite la regimazione delle acque e alla difesa idraulica finalizzata all´irrigazione, alla salvaguardia dell´ambiente e delle sue risorse.” E tutto ciò, continuando a citare quanto nell’home page del sito di riferimento, effettuando un lavoro costante e continuo sull’assetto idrogeologico del territorio.
Ora, vedere andare il fumo anni e anni di sforzi e sacrifici dei privati, perché una non tempestiva e previdente programmazione non garantisce la manutenzione ordinaria e straordinaria degli impianti che garantiscono vita a tanta parte di agricoltura territoriale è davvero inaccettabile e grave!
Il problema riguarda prioritariamente le zone della nostra area, quella in cui tante imprese agricole sono sottese agli impianti alimentati dalla Centrale di Insiti, dove si trovano le pompe di sollevamento delle acque provenienti dalla diga del Crati. Queste pompe sono anni che lavorano a scartamento ridotto perché vetuste, e da 23 giorni sono completamente ferme. E tutto perché il Consorzio ha omesso la necessaria e dovuta preparazione degli impianti in previsione della campagna di irrigazione 2021.
A questo problema, che si aggiunge a tanti altri precedenti (non ultimo i sistemi per ripulire l’acqua dalle alghe e sabbie che intasano i filtri e bloccano l’afflusso) probabilmente oggi si sta cercando di porre rimedio, ma in tempi inadeguati e dopo aver causato danni che erano perfettamente prevedibili e che andavano scongiurati e si potevano evitare.
Tra gli agricoltori la tensione sociale è alta, perché tutto questo ha messo in ginocchio le tante famiglie che vivono grazie all'indotto agricolo.
Poi, ovviamente, come sempre in questa nostra Calabria, i privati -chi può- esasperati, provano a salvarsi da soli. Così alcune aziende, per recuperare almeno gli alberi da frutto, stanno portando l’acqua con le cisterne e costruendo nuove condotte private lunghe kilometri. Si immaginino le spese, per un comparto che già non gode da tempo di grandi fortune! E tutto questo per sopperire alla cattiva organizzazione di chi pensa a luglio di cercare i rimedi possibili.
Cosa non era prevedibile fin da gennaio? Cosa non ha consentito al Consorzio di Bonifica, nei lunghi mesi autunnali e invernali, di prevedere e provvedere?
E’ la storia di tanta Calabria: intervenire quando il malato è moribondo, non sentire la responsabilità di garantire ai propri cittadini efficienza, qualità, organizzazione.
L’intento di questo scritto non è recriminatorio, ma è spinto dalla convinzione che il silenzio e la compiacenza non aiutano, che dobbiamo conoscere e chiedere il rispetto dei nostri diritti. Anche quando può sembrare scomodo. C’è di fondo la speranza e la convinzione che il sistema possa migliorare, anche la Regione possa vigilare, intervenire, garantire.
Le soluzioni ci sono, non solo ora per tamponare e risolvere temporaneamente, ma per migliorare strutturalmente la situazione. Nella fattispecie, auspico che il progetto già avviato, di raccogliere le abbondanti acque sotterranee del Trionto, per canalizzarle e servire sia le zone che oggi hanno disservizi, ma anche l’ampio bacino che ancora oggi è privo di servizi consortili, possa essere portato avanti con la necessaria velocità.
Più in generale, la speranza è che questa terra veda il suo pieno riscatto e che questo possa avvenire attraverso un diffuso e indispensabile senso di responsabilità e amore verso il bene comune.
Il Corsivo è curato dalla reggenza dell'Eco dello Jonio con la preziosa collaborazione della prof.ssa Alessandra Mazzei che ogni settimana offre agli utenti la lettura in forma esclusiva di contributi autentici, attuali e originali firmati da personalità del mondo della cultura, della politica e della società civile di fama nazionale e internazionale