Turismo, rivoluzione digitale e necessità di investire nell’innovazione tecnologica
Nell’epoca degli «alwais connected» il viaggio virtuale precede quello reale. La meta e il desiderio di raggiungerla passano attraverso una comunicazione coinvolgente e convincente
Molti sostengono che con la fine del XX secolo sta per dischiudersi una nuova epoca della modernità. Alcuni parlano di modernità radicale (Giddens, 1994), che cioè valorizza gli elementi fondanti della modernità. Altri, sostengono che la modernità non finisce ma si trasforma. Altri ancora, che vi sono stati rilevanti perdite culturali e profonde lacerazioni sociali, indirizzandoci con la decostruzione verso la de-modernizzazione (Touraine, 1970). In ogni caso, come noto, l’espressione “società postmoderna” (Lyotard, 1979) è certamente quella più utilizzata per evidenziare il quadro degli importanti mutamenti sociali, economici e culturali, registratisi.
Nella società postmoderna lo sviluppo non passa più solo dalla produzione di beni materiali, dal possesso dei mezzi di produzione e dal capitale, ma, semmai, dalla capacità di produrre servizi e conoscenza, dalla conoscenza della conoscenza e dalla capacità di rendere accessibile ed utilizzabile la stessa conoscenza (Internet). Molti pregevoli studiosi hanno sostenuto l’apertura sempre più decisa verso la società in rete (Castells, 1996; Van Dijk, 1999), con l’affermarsi di nuovi paradigmi comunicativi non confrontabili con quelli precedenti.
Nella stessa direzione, va anche il fatto che nella grande maggioranza dei casi si è concordi nel ritenere che l'emergere della cultura postmoderna è dovuta alle nuove tecnologie che si basano sui mezzi di comunicazione e di divulgazione di massa, sull’intensificazione delle fonti di produzione di dati e dei canali informativi. Inoltre, che non esistono ordini e priorità nella informazione e nella comunicazione che si produce: sulla rete si può tranquillamente passare, e talvolta senza neanche accorgersene, da un tema all’altro semplicemente rispondendo a stimoli imprevisti che si evidenziano durante la “navigazione”, ed in questo contesto ogni parere su ciò che si cerca e si trova vale, al momento della ricerca, quanto un altro; come in diversi casi è stato evidenziato, la comunicazione postmoderna la si deve interpretare attraverso condizioni quali la interattività, la virtualità, la multimedialità, l’ipertestualità, la connettività ed il coinvolgimento. Infine, si sottolinea come l’ampia diffusione di tecnologie per l’informazione e per le comunicazioni sempre più sofisticate hanno determinato, e continuano incessantemente a definire, profonde trasformazioni nella società, nelle organizzazioni e negli individui, costringendo a repentini quanto talvolta indispensabili ed impensabili cambiamenti negli stili di vita, nelle organizzazioni, negli orientamenti operativi e nei modelli di policy.
Tutto ciò vale anche, ovviamente, nel caso del settore turistico, uno dei comparti di attività economica che è cresciuto di più negli anni registrando ogni anno milioni di persone che ogni anno si muovono in posti diversi da quelli in cui vivono abitualmente.
In effetti, però, nella società contemporanea ciò che maggiormente colpisce non è solo la notevole quantità di persone che vanno ogni anno in giro per il mondo (fase pre-Covid oltre 1,5 miliardi di arrivi), ma principalmente la facilità e la rapidità con cui quantità ancora più ampie di persone che, perennemente interconnesse, ogni giorno realizzano “esperienze virtuali” di viaggio e soggiorno, informandosi e comunicando in tempo reale con persone di tutte le aree del mondo.
Il turismo è, probabilmente, il fenomeno economico e sociale che più di tutti gli altri è stato direttamente ed immediatamente influenzato dalle nuove tecnologie della comunicazione e dell’informazione. Le nuove tecnologie consentono, ed in ampia parte obbligano, verso la comunicazione interpersonale che, a sua volta, tende a svincolarsi dalla compresenza, determinandosi situazioni in cui le relazioni avvengono in condizioni di lontananza e contemporaneità e sottolineano come lo spazio sociale non sia più definito dai confini spaziali e temporali (il concetto di “disembedding”).
La portabilità dei devices enfatizza le forme di mobilità e spinge ad essere «always connected» (Paccagnella, 2004). Tramite la telefonia mobile ed i computer portatili si sono avviati meccanismi sociali che hanno condizionato le pratiche comunicative, rivoltato le frontiere tra proscenio e quinte, tra collettivo e personale, tra incontri diretti e incontri virtuali. Nel turismo, tutto ciò, però, non solo non ha determinato un calo nei flussi turistici, ma li ha certamente moltiplicati, proprio perché le nuove tecnologie non solo permettono una maggiore autonomia nell’organizzazione e nella gestione del viaggio e del soggiorno, ma anche perché il viaggio virtuale oggi possibile verso la destinazione e/o l’oggetto di desiderio, se ben offerto, permette di valutare ancor prima di partire la creazione di un itinerario esperienziale sempre più adeguato ai bisogni ed alle esigenze del viaggiatore postmoderno. Per tale motivo, l’offerta turistica non può che stare al passo con i tempi fornendo servizi sempre più complessi, dove l’innovazione tecnologica è la strada naturale per raggiungere i risultati attesi.
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