Ieri:Ricerca e tutela, il 2025 si chiude con un bilancio positivo per le Riserve di Tarsia e Foce del Crati
Ieri:Il monito della pedagogista Renzo: «La scuola ha perso voce, autorevolezza e coraggio»
Ieri:Quel Natale che suonava al camino... ricordando Salvatore Romanello
19 ore fa:Natale non è per tutti: la Caritas che resta aperta mentre la povertà cresce
Ieri:Anche i Marcatori Identitari Distintivi nel calendario dell’Ente Parchi Marini Regionale della Calabria
15 ore fa:Quando la solidarietà non fa rumore
14 ore fa:Cropalati in lutto: è scomparsa Annina Falbo, madre del sindaco Domenico Citrea
20 ore fa:Natale di solidarietà a Cariati: doni e sorrisi per i bambini delle famiglie più fragili
Ieri:Eco dello Jonio, quando i numeri diventano comunità: ecco il 2025 del glocal che ha scelto di restare libero
Ieri:Bimbi, sorrisi e partecipazione vera per il Natale di Saracena

Stasi inondato di messaggi per non riaprire le scuole. Si confida nel Sindaco: le leggi sono reali, le paure no

1 minuti di lettura

CORIGLIANO-ROSSANO - Le paure, come i limiti, non esistono. Si tratterebbe di uno stupendo aforisma, ma in tempo di pandemia è meglio accantonarlo. Domani, tranne per qualche ordinanza dell’ultimo minuto, le scuole elementari e medie riapriranno. La macchina comunale è al lavoro per la salute di tutti, bambini in primis.

Però, malgrado il TAR abbia dato ragione ai genitori stufi (a buon titolo) della DAD, non mancano i genitori refrattari che invocano una serrata da parte di Flavio Stasi per gli istituti di Corigliano-Rossano. Mai come in questo caso nessuno vorrebbe essere nei panni del Sindaco, che, oltre ad amministrare la città, è anche il garante dei giovani virgulti della terza città della Calabria.

Un dato è certo: si riparte. Lo si fa non perché si vuole sfidare il virus o, peggio ancora, le sue conseguenze, ma perché stiamo trucidando una generazione e ne pagheremo il prezzo sul medio lungo termine. Abbiamo limitato le nostre libertà personali in vista proprio di questo traguardo, proprio per rivedere quei banchi non sono riscaldati ma anche vissuti. “L’educazione è crudele” sentenzia Montanelli in una mini serie che tanto successo sta avendo su Netflix.

Bene, qualcuno non vuole mandare i figli a scuola? Ottimo, lasciateli a casa ma dopo aver sfidato le sentenze dello Stato e il diritto allo studio fatevi due domande. Ma c’è di più, chi non manda i figli a scuola è chiamato ad un’obbligo morale affinché faccia mente locale su come abbia trascorso le feste passate, su come stia vivendo questi giorni di zona giallorossa. Lo spirito rivoluzionario che montate sui gruppi whatsapp lo dovete avere anche quando i vostri figli si formano in classi pollaio, quando le cattedre rimangono vuote, soprattutto per i bambini che necessitano di sostegno. Insomma, il figlio indica la luna e il genitore guarda il dito.

Dopo aver messo una mano sulla coscienza prenderete lo zaino di vostro figlio e lo riporterete nell’unico luogo in cui ci può essere la speranza in questo mondo. E forse, proprio ai più piccoli, dovremmo chiedere scusa “perché avremmo dovuto tenere la scuola aperta tutto il giorno perché la scuola è un luogo protetto e sicuro, è un luogo di scambio e dì condivisione dove si impara a rispettare le regole e ad accettarle”.

Josef Platarota
Autore: Josef Platarota

Nasce nel 1988 a Cariati. Metà calovetese e metà rossanese, consegue la laurea in Storia e Scienze Storiche all’Università della Calabria. Entra nel mondo del giornalismo nel 2010 seguendo la Rossanese e ha un sogno: scrivere della sua promozione in Serie C. Malgrado tutto, ci crede ancora. Ha scritto per Calabria Ora, Il Garantista, Cronache delle Calabrie, Inter-News, Il Gazzettino della Calabria e Il Meridione si è occupato anche di Cronaca e Attualità. Insegna Lettere negli istituti della provincia di Cosenza. Le sue passioni sono la lettura, la storia, la filosofia, il calcio, gli animali e l’Inter. Ha tre idoli: Sankara, Riquelme e Michael Jordan.