Vi è stato chiesto «quale sarà la prima cosa che farete una volta usciti di casa?». Ecco la storia che ha creato la moltitudine dei vostri desideri
DI MARTINA CARUSO
«
Che cosa farai dopo?», chiede il bambino protagonista del film “Jojo Rabbit” alla ragazza ebrea che può finalmente venire allo scoperto. Lei tace e inizia a ballare sulle note di “Heroes” di David Bowie. E voi? Ricordate il form
«Quale sarà la prima cosa che farete una volta usciti di casa?», in cui avete espresso i vostri desideri, ma ora è il momento di leggere le vostre storie in una sola.
Ci siamo, abbiamo varcato l’uscio della porta. Un’energia potentissima ci ha travolti: quella della libertà. Il coronavirus ci ha resi prigionieri senza alcun reato. Senza preavviso, di punto in bianco, le nostre abitudini ordinarie sono diventate rare e meravigliose.
Buffo che il “normale” diventi straordinario. La “Fase 1”, appena trascorsa, è stata un cielo blu come la notte più buia, ma costellato di grandissime speranze chiamate "poi vorrei". In isolamento ci si è svegliati con una montagna di ore in tasca nelle quali l’unica vera preoccupazione era “come un’ora occupa davvero un’ora”; eppure tra le lezioni di Masterchef in cucina, gli appuntamenti in videochiamate e le interrogazioni di matematica nelle camere, i progetti per il “dopo”, non si sono mai fermati. Semplici, intimi, pieni di speranza: i baci, gli abbracci, le parole dette guardando negli occhi il proprio “affetto stabile”, magari mentre si passeggia sul lungomare.C’è chi non vede l’ora di bruciare le tappe della “Fase 2” e passare direttamente alla fase "
Farò una festa" con gli amici o anche solo “
affogando nel pranzo domenicale della nonna” attorno agli affetti più cari, oppure chi teme di non dover essere bella abbastanza da potervi partecipare aspettando con cautela la riapertura del salone del parrucchiere di fiducia. L’unico canone di bellezza al quale dovete rispondere, da ora come non mai, è il vostro.
Siate chiunque vi va di essere, è questa la prima vera libertà, ma ricordate mascherina, guanti e distanza di sicurezza. Promemoria banale, ma a quanto pare non ovvio.
Intanto, ecco alcune delle vostre risposte: «Tornare alla solita vita, che ci sembrava quasi opprimente e ora, invece, sembra un sogno irraggiungibile» «Che la gente non impazzi nell’euforia generale, ma sia accorta e prudente nel rispetto di tutti» «Godermi un’ottima cena in riva al mare in compagnia delle persone che più amo» «Ritornare nel mio paese» «Tornare a stare vicini senza avere paura» «Riprendere il mio lavoro» «Un giro in macchina per rivivere la banalità delle consuetudini di ogni giorno»
Passando per quelle nostalgicamente simpatiche… «Giocare a calcio del campo semidistrutto di Apollinara» «Fare una grigliata con i miei amici lunga una settimana e mezzo» «Andare a prendere l’acqua ai 3 canali» «Perdere la mia amica ubriaca nelle piste del White»